Pacchetti vacanze da record e fare la spesa costa il 12% in più: la mappa dei rincari in Puglia

Pacchetti vacanze da record e fare la spesa costa il 12% in più: la mappa dei rincari in Puglia
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 4 Luglio 2023, 05:00

Comprare da mangiare e da bere in Puglia costa il 12% in più rispetto a un anno fa. E c’è qualcosa che non torna. Perché se da un lato rallenta l’inflazione, dall’altro sui beni di prima necessità i rincari non si fermano, anzi. E i consumatori si trovano nella morsa. Prima la pandemia, con la crisi economica che ne è scaturita, poi la guerra in Ucraina. A maggio del 2023 i beni utili a tutta la collettività secondo l’Istat in Puglia hanno subito rincari medi del 7,9%. Ma il carrello della spesa, se rapportato ai generi alimentari, fa registrare un +12%. Ed è un aumento superiore alla media nazionale (11,2%). 
L’ombra della speculazione sui rincari fa paura perché la corsa al rialzo dei prezzi dei beni primari non si è arrestato nemmeno con l’inflazione in calo ormai da oltre un paio di mesi. E perché il contesto pugliese appare più fragile rispetto a quello di altre regioni del Centro-Nord, anche per l’esposizione al rischio di povertà assoluta di numerose famiglie. 

La mappa dei rincari

Quali sono i beni più colpiti dai rincari? In primis in Puglia - ma non soltanto - colpisce il fatto che un pacchetto vacanza costi il 18,5% in più rispetto a maggio del 2022, quando già si parlava di aumenti. E poi c’è l’energia elettrica, che colpisce tutte le famiglie pugliesi: chi pagava 100 euro in bolletta, oggi ne paga 118. E ancora: i prodotti alimentari +12%, le bevande analcoliche schizzano al +11,2%. E si registra un rincaro superiore al 10% anche per i prodotti per la manutenzione ordinaria della casa. A far breccia nel cuore - e nel portafogli - del consumatore c’è il fatto che gli aumenti maggiori riguardano beni e servizi di cui proprio non si può fare a meno. Poi crescono anche i prezzi dei servizi di trasporto pubblico (+9,7%), quelli degli alloggi (hotel, b&b, che toccano soprattutto i turisti, però) e degli articoli da giardinaggio (+8,5%). 
E Coldiretti lancia l’allarme: «I pugliesi hanno speso quasi 300 milioni in più per mangiare ma a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare le quantità acquistate, quando in Puglia sono già 440 mila le famiglie in povertà relativa, raddoppiate in 1 anno dal 18,1% al 27,5%, anche a causa dei fenomeni inflazionistici e speculativi». «Le famiglie – sottolinea la Coldiretti – tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori».
Slalom tra i supermercati diversi e spesso anche tra gli scaffali dello stesso esercizio commerciale, a caccia dell’offerta per risparmiare qualche euro. Anche perché costa tutto di più rispetto a un anno fa. Persino il prezzo di parrucchieri ed estetisti è cresciuto del 5,7%. E andare fuori a cena costa il 7,7% in più. A tal proposito, tra l’altro, Brindisi è la seconda città in Italia per il rincaro del prezzo del ristorante. E gli effetti si fanno sentire: «La povertà alimentare tra i minori – sottolinea la Coldiretti regionale – è cresciuta per effetto della pandemia e della guerra con l’aumento dell’inflazione che ha colpito duramente la spesa e messo in difficoltà un numero crescente di famiglie con un balzo del 12% degli under 15 anni costretti a ricorrere agli aiuti per mangiare, ma a rischio alimentare ci sono anche gli anziani e i migranti stranieri». 
Non aiuta un mercato del lavoro spesso fragile. E secondo l’Istat un occupato su cinque in Puglia è comunque a rischio povertà assoluta. Come a dire che non sembra basta avere un lavoro per poter vivere con tranquillità. Del resto - secondo l’Unione Nazionale dei Consumatori - un pacco di zucchero costa il 46,6% in più, il riso arriva a un rincaro del 32,4%. E ancora: olio di oliva, patate, latte e gelati, gli altri beni che sono schizzati alle stelle. Mentre l’inflazione rallenta la morsa, il carrello della spesa diventa più pesante. Ma non è solo il peso dei prodotti, è anche quello dell’angoscia. 
 

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