La questione resta: è stato solo un colpo di teatro, quello di Michele Emiliano, tirato fuori davanti alla platea della tappa barese del tour di TgCom 24? Oppure quel «Ho chiesto a Rocco di darmi una mano in un momento un po’ complicato» era un modo per preparare il terreno, sondando malumori e reazioni circa la possibilità di inserire in giunta l’esponente del centrodestra Rocco Palese?
GLI SCENARI
Le carte restano coperte ma, nel frattempo, si è incastrato un altro tassello: l’assoluzione del capo dipartimento salute, Vito Montanaro, da parte del Tribunale di Matera, nell’ambito del processo sulla cosiddetta Sanitopoli lucana. Passaggio non secondario, se si conta che - tra le possibili suggestioni – c’era stata anche quella del medico di Acquarica del Capo con gli stessi gradi in sala macchine, in caso di disco rosso all’ex Dg della Asl di Bari: «Non avevo mai avuto dubbi sulla innocenza del dottor Montanaro, al punto da affidargli per ben due volte nel 2019 e nel 2021 il vertice amministrativo della Sanità Pugliese», commenta Emiliano. Tradotto: resta tutto com’è. Esclusa una strada, in compenso, resta aperta quella che porta dritti alla casella lasciata libera da Pier Luigi Lopalco al vertice dell’assessorato. Non in queste ore, s’intende, visto che sono le stesse della prova d’Aula del Bilancio. Obiettivo: portare a casa in giornata il via libera al documento contabile, senza ricorrere ai supplementari nella vigilia di Natale. Un motivo in più per non rischiare di catalizzare i mal di pancia con una nomina di peso come quella dell’ex capo dell’opposizione. D’altro canto, lo stesso capo della Giunta aggiunge dettagli alla staffetta con la quale lascerà l’interim. «Il nuovo assessore verrà probabilmente nominato a gennaio. È fuori dall’attività politica. Si tratta di un tecnico, un dipendente della Regione. Poi è chiaro che qualcuno abbia idee politiche diverse dalle mie ma non per questo diventa una persona che non serve alla Puglia», argomenta a margine di un evento.
Stesso profilo tracciato alla vigilia e ricalcato su quello dell’ex candidato del centrodestra alla poltrona più alta di Lungomare Nazario Sauro: direttore di distretto e lontano dalla contesa in senso stretto, dal cursus honorum preciso ma non per questo inconciliabile, si legge in controluce nelle parole di Emiliano.
A inizio anno, peraltro, si scioglierà anche il nodo della composizione definitiva del parlamentino, visto che visto che il Consiglio di Stato ha sospeso l’efficacia delle disposizioni del Tar e accolto l’istanza cautelare presentata dai due “uscenti”, fissando, per la discussione, la camera di consiglio all’11 gennaio prossimo.
GENTILE
Per ora nel centrosinistra poche le voci fuori dal coro. Fatta eccezione per l’ex europarlamentare Pd Elena Gentile non cerca l’affondo ma perimetra il campo. «Nulla di personale, un oppositore sempre corretto, ma il tema è tutto politico. Quale visione della sanità ha Rocco Palese? È lo stesso del blocco del turn over e dei concorsi e dell’esternalizzazione dei servizi? Lo chiedo perché noi, all’epoca, facevamo esattamente il percorso inverso. Allora, servirebbe una dichiarazione di intenti larga, sulla quale poter ragionare». Gentile conosce la materia da ex assessore alle politiche della Salute di Nichi Vendola, scranno sul quale arriva nel 2013 - prendendo il posto di Ettore Attolini - e che poi cederà ad un altro dem come Donato Pentassuglia. Candidata alle ultime primarie per la leadership del centrosinistra contro Michele Emiliano, in più di qualcuno aveva pensato a lei per un posto tra i banchi dell’esecutivo. Poi non se ne è fatto più nulla.