Progetto Erasmus, si cambia: ora si potrà fare lo scambio anche tra atenei italiani

Progetto Erasmus, si cambia: ora si potrà fare lo scambio anche tra atenei italiani
di Giuseppe MARTELLA
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Venerdì 8 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:58

L’Erasmus in salsa tricolore. Potrebbe già partire nel corso dell’Anno accademico 2023/224 il progetto che prevede lo scambio di studenti tra gli atenei italiani: una “rivoluzione” rilanciata dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e che potrebbe presto divenire realtà anche alla luce dei proficui colloqui avviati da tempo tra il Ministero e la Crui, la Conferenza dei rettori.
Libri in valigia, dunque, per gli studenti e via a seguire uno o più corsi di laurea in un’altra Università. Una novità importante che ancora ha bisogno di discussioni al fine di risolvere alcune situazioni pratiche, tipo quella legata all’assegnazione dei crediti formativi tra diversi atenei, e che potrebbe coinvolgere anche le comunità universitarie pugliesi.

I Rettori


«La nostra Università ha creduto da subito – le parole del rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino - nelle potenzialità dell’Erasmus nazionale. Può essere questa un’opportunità per intensificare i rapporti di collaborazione tra gli atenei, permettendo di utilizzare le competenze e l’offerta formativa già presenti in alcuni di questi – continua Cupertino - per completare il percorso formativo dei nostri studenti e dar loro l’opportunità di fare esperienza anche al di là della loro Alma Mater».
Nelle riflessioni del “magnifico” del Politecnico barese, il progetto in questione potrebbe avere anche una ulteriore valenza: «Quella di rafforzare l’attrattività delle università meridionale e contrastando l’esodo di studenti e studentesse che oggi emigrano alla ricerca di un percorso di formazione adeguato alle loro aspettative. L’Erasmus nazionale può infatti consentire di svolgere, in parte, un’esperienza formativa lontano dalla regione d’origine, la stessa ministra auspica – dice ancora Cupertino - uno spostamento di studenti da Nord a Sud, oltre a quello noto in direzione opposta. Questa possibilità offerta agli studenti semplificherebbe di certo questa dinamica».
In attesa che l’organizzazione dell’Erasmus nazionale entri nella fase cruciale, il Politecnico di Bari ha già avviato dialoghi con diversi atenei per valutare possibili implementazioni. «Abbiamo pensato ad applicazioni sia nell’ambito dell’architettura sia nell’ambito dell’ingegneria – sottolinea il rettore Cupertino - per recuperare specializzazioni che attualmente non sono presenti da noi o, al contrario, per offrire esperienze specifiche che il Politecnico si ritrova ad avee e che, magari, mancano in altri atenei».
Il rettore del Politecnico barese plaude all’Erasmus nazionale: «Gli studenti chiedono maggiore flessibilità nel percorso di studi e sicuramente lo strumento in questione va in questa direzione. Permette di adattare piani di studio individuali alle aspettative degli studenti. Le potenzialità però si devono trasformare in reali opportunità – chiosa Cupertino - e questo dipenderà molto dalla capacità degli atenei di implementare la norma in modo flessibile».
Sulla stessa lunghezza d’onda del collega è Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento, il quale dice: «Quello sull’Erasmus nazionale è un giudizio positivo in quanto sostanzia in maniera ancora più concreta le collaborazioni tra i vari atenei e portare a un progetto formativo complessivo che può divenire caratterizzante del sistema universitario italiano.

La ministra Bernini ha ripreso una proposta già nota e ha coinvolto la Crui in maniera sostanziale – dice ancora Pollice – e la Conferenza dei rettori ha partecipato e partecipa in maniera fattiva a questo progetto».

Le prospettive


Che, secondo il rettore di UniSalento, potrebbe attrarre in maniera importante gli studenti italiani. «Le materie portanti di un determinato Corso di laurea sono le stesse in ogni ateneo, ma l’universitario potrebbe attingere all’offerta formativa di altre università per completare indirizzi più specifici e confacenti alle sue aspettative e a quello che il profilo di uscita desiderato a conclusione del percorso di studi».
Pollice sottolinea come l’Erasmus nazionale possa essere utile al percorso di crescita generale dello studente il frequentare ambienti sociali e territoriali differenti, così come vantaggi potrebbero derivare per le stesse università. «Si creerebbe una sorta di osmosi positiva tra i vari atenei che già oggi collaborano nel campo della ricerca e che si troverebbero a condividere – rimarca Pollice – esperienze didattiche differenti».
Il rettore dell’Università del Salento ricorda come un progetto abbastanza simile all’Erasmus nazionale coinvolga un corso di laurea de suo ateneo: «Abbiamo il Sage, corso in Scienze antropologiche geografiche per lo sviluppo dei territori, che va in collaborazione con Università della Basilicata, la “Federico II” di Napoli e l’Università di Foggia e permette allo studente di seguire le lezioni e dare gli esami sulle differenti sedi. Ci troviamo di fronte a una buona idea, quella dello scambio di universitari tra gli atenei italiani – la conclusione di Pollice – ma è chiaro che bisogna aspettare i risultati sul terreno pratico una volta superate le incertezze dei primi momenti».

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