Medici e infermieri aggrediti, interviene il ministro Piantedosi: «Più polizia in ospedale»

Medici e infermieri aggrediti, interviene il ministro Piantedosi: «Più polizia in ospedale»
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 15 Gennaio 2023, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 19:48

Dopo l’aggressione a un'infermiera dell’ospedale Di Venere di Bari, solo l’ultima di una lunga lista, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi annuncia una stretta per tutelare l’incolumità di tutti gli operatori. “I camici bianchi dedicano la propria vita a una funzione fondamentale come quella di curare la salute dei cittadini e svolgono il loro lavoro anche la notte. Nei prossimi giorni rafforzeremo o istituiremo presidi di polizia a partire dai plessi ospedalieri di maggiore importanza”, ha annunciato l’ex prefetto in una intervista rilasciata ieri a “Il Messaggero”.

Si parte da Roma, poi il provvedimento sarà esteso a tutta Italia

i partirà da Roma per poi estendere in tutta Italia il provvedimento a tutela del personale sanitario.

Si tratta di un tassello di una strategia più generale finalizzata all’aumento della presenza delle forze di polizia in tutti i luoghi di maggiore frequentazione dei cittadini. Un'iniziativa, quella del minstro, che va alle richieste degli Ordini professionali dopo le violenze in ospedali, Pronto Soccorsi e Guardie mediche. 

L'aggressione a Bari

Sabato scorso l’ultimo grave episodio, una giovane infermiera è stata presa a calci da una paziente che, al pronto soccorso del Di Venere, pretendeva di essere visitata immediatamente nonostante avesse una lieve ferita a un dito, un intervento da “codice verde”. L’operatrice sanitaria ha riportato ferite guaribili in sette giorni. 

Le parole del ministro

“Cercheremo di intensificare la vicinanza delle forze di polizia nei pronto soccorso e nei presidi ospedalieri interessati da fenomeni di questo tipo: è un ragionamento che si sta facendo già a livello territoriale”. Una misura che era stata quasi invocata dal presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, che nei giorni scorsi ha proposto “la presenza dell’esercito e delle forze dell’ordine negli ospedali più a rischio e di evitare i turni di notte nelle guardie mediche se si lavora da soli”.

L'appello

Un appello “a lavorare tutti insieme per rafforzare nel cittadino la fiducia nel sistema sanitario pubblico e nel servizio di emergenza” arriva anche dal direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce. “Non è problema di risorse economiche – sostiene - il problema è che già non si trovano medici che vogliono fare pronto soccorso, se poi facciamo passare queste aggressioni come fosse una normalità tra un po’ i medici saranno anche di meno”. 

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