Infermiera aggredita, presa a calci e pugni e minacciata: aveva chiesto ad una paziente di avere pazienza a causa di casi più gravi

Il direttore generale: verificheremo anche se vi sia stata interruzione di pubblico servizio per poi prendere i necessari provvedimenti

Infermiera aggredita, presa a calci e pugni e minacciata: aveva chiesto ad una paziente di avere pazienza a causa di casi più gravi
di Francesca SOZZO
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Sabato 14 Gennaio 2023, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:51

Infermiera aggredita al pronto soccorso, presa a calci e pugni e minacciata: aveva chiesto ad una paziente di avere pazienza a causa di casi più gravi. «Vi prego rispettateci», ha scritto in un post-sfogo su facebook (poi cancellato).  La denuncia del direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce: «Inaccettabile come sempre più spesso si verifichino atti di violenza».

L'aggressione al Pronto soccorso

Ennesima aggressione ad un operatore sanitario al lavoro. Questa volta è accaduto al pronto soccorso dell'ospedale Di Venere a Bari dove un'infermiera è stata aggredita, presa a calci e pugni e poi inseguita e minacciata, solo perché si è "permessa" di spiegare ad una donna - in attesa di essere visitata - che vi erano dei codici rossi, quindi casi più gravi, che avevano priorità rispetto a lei. La donna, che si è presentata al ps dell'ospedale con una frattura al dito di una mano, non ha gradito l'attesa e la spiegazione dell'inferiera e si è scagliata contro l'operatrice sanitaria. A causa dei calci sferrati, l'infermiera ha riportato un trauma contusivo escoriato alle gambe per una prognosi di 7 giorni.

La violenza della donna "impaziente" di essere medicata l'ha portata a scagliarsi contro l'infermiera  e lanciarle contro anche il mouse di pc. Poi l'ha inseguita nel corridoio del pronto soccorso costringendola a trovare riparo in uno spogliatoio.

Lo sfogo dell'infermiera

«Vi prego rispettateci, rispettate l'impegno che ci mettiamo nonostante le pessime condizioni in cui siamo costretti a lavorare - scrive in un post-sfogo l'infermiera aggredita prima di rimuovere il post - lottando contro i mulini a vento per il vostro bene. Rispettateci prima come persone - aggiunge - poi come professionisti».

Dunque chiede solo rispetto del lavoro svolto non certo pietà né tantomeno una medaglia d'onore.

«Oggi concludo il mio turno con quella domanda che mi tartassa la mente: conviene davvero? - si chiede l'infermiera riferendosi al lavoro - Credetemi, oggi non lo so più». Firmato un'infermiera del pronto soccorso stanca, delusa, amareggiata, avvilita. 

Il direttore generale dell'Asl Bari 

«È inaccettabile come sempre più spesso si verifichino atti di violenza ai danni degli operatori sanitari in prima linea», ha dichiarato il direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, che ha contattato la giovane infermiera aggredita per esprimerle massima solidarietà e mettere a disposizione la tutela legale dell’azienda nel caso in cui l’operatrice decida di sporgere denuncia.

In attesa di ricevere la relazione dettagliata dal Pronto soccorso del Di Venere, su come siano avvenuti i fatti per ricostruire l’episodio - fanno sapere dalla Asl Bari - , dalle prime testimonianze raccolte sul posto, è emerso che a causare l’aggressione sia stata l’impazienza della donna arrivata al triage con una ferita al dito e per questo presa in carico come codice verde. La utente ha inveito contro con la pretesa di essere medicata immediatamente. L’ha presa a calci lanciandole poi il mouse del computer in faccia. Non contenta, l’utente ha inseguito l’operatrice per il corridoio, continuando ad urlare, fino a costringerla a trovare riparo nello spogliatoio. La donna ha approfittato della assenza della guardia giurata impegnata in quel momento in un altro reparto ed è stata portata di forza fuori dal triage del pronto soccorso, dove ha continuato a minacciare l’infermiera e gli altri sanitari, creando panico e caos in tutto il reparto.  

«Verificheremo anche – ha proseguito Sanguedolce – se c’è stata interruzione di pubblico servizio per poi prendere i provvedimenti necessari».

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