Pensioni, è allarme: sei su dieci sono da fame

Pensioni, è allarme: sei su dieci sono da fame
di Nicola Quaranta
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Martedì 5 Aprile 2016, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 14:01

LECCE - Pensioni, piovono dati. E polemiche. «La situazione è meno grave di quel che si possa pensare». Il presidente dell'Inps Tito Boeri è tornato a commentare il risultato statistico sui pensionati che percepiscono meno di 750 euro: 6 su 10 secondo l'analisi emersa dall'ultimo rapporto dell'Inps. Il numero uno dell'Istituto nazionale di previdenza sociale invita a «guardare al dato medio per pensionato, e non alla pensione media», sciorinando poi altri numeri: in Italia sono più di 474mila le persone in pensione da oltre 36 anni. Pur con l'astrazione tipica delle statistiche, il dato solleva nuovi quesiti sulla sostenibilità e soprattutto sul divario tra “vecchi” e “nuovi” pensionati. Ma i sindacati attaccano: «Boeri pensi a governare bene l'Inps anziché spaventare ogni giorno i pensionati italiani con le sue fantasiose proposte», tuonano Cgil, Cisl e Uil.

I numeri della polemica arrivano infatti proprio dall'Istituto di previdenza che sottolinea come su 18,1 milioni di prestazioni vigenti a inizio 2016 (escluse quelle riferite agli ex dipendenti pubblici e quelle della gestione ex Enpals) il 63,4% sia inferiore a 750 euro al mese. Le pensioni previdenziali sono prevalenti al Nord mentre al Sud si concentrano le prestazioni assistenziali. 
Ecco in sintesi un quadro delle pensioni esistenti nel complesso e liquidate nel 2015 secondo l'Osservatorio sulle pensioni Inps: quasi 2/3 degli assegni sotto 750 euro: Il 63,4% dei 18,1 milioni di pensioni vigenti a inizio 2016 ha un importo inferiore a 750 euro. Per le donne gli assegni sotto questo limite sono il 77,1% (8 milioni su 10,4 complessivi) mentre per gli uomini sono il 45% del totale (3,47 milioni su 7,7). Quasi 300.000 pensioni con il titolare uomo è superiore a 3.000 euro al mese contro meno di 34.000 con il titolare donna. Nel complesso si spendono 196,8 miliardi. nel 2015 liquidate 1,1 milioni di pensioni, 51% assistenziali: Un numero così elevato delle prestazioni assistenziali rispetto alle pensioni in pagamento è compensato da un ricambio più veloce rispetto alle prestazioni di tipo previdenziale. Gli importi annualizzati stanziati per le nuove pensioni liquidate nel 2015 ammontano a 10,4 miliardi, pari al 5,3% dell'importo complessivo annuo in pagamento a inizio 2016. volano pensioni anticipate, +72,8%.

Le nuove pensioni anticipate erogate nel 2015 (comprese in questo caso quelle ai dipendenti pubblici) sono state 219.539 con una crescita del 72,8% sulle 127.011 liquidate nel 2014. Il dato risente della stretta sull'accesso alla pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia introdotto con la riforma Fornero della previdenza. Nel 2014 e il 2015 il requisito per l'uscita anticipata rispetto all'età di vecchiaia era di 42 anni e 6 mesi di contributi (41 anni e 6 mesi per le donne). cresce età alla decorrenza: Nel 2015 l'età media alla decorrenza alla pensione era a 65,6 anni per la vecchiaia (+2,7 anni rispetto ai 62,9 del 2010) e a 60,5 anni per la pensione anticipata (in crescita di 1,4 anni rispetto ai 59,1 anni del 2010). Nel 2016 (primi due mesi) sale a 60,6 per l'anzianità mentre scende a 65,4 per la vecchiaia. L'aumento è consistente soprattutto per le donne (+2,9 anni per la vecchiaia tra il 2010 e il 2016). percentuale invalidi civili a sud quasi doppio nord: Le pensioni agli invalidi civili a inizio 2016 erano 2.980.799, erogate per il 44% nel Sud. Al Nord è erogato il 34,7% delle prestazioni agli invalidi civili (37,2 ogni 1.000 residenti), al Centro il 20,6% delle prestazioni (50,8 ogni 1.000 residenti) e al Sud il 44,8% (64,1 ogni 1.000 residenti). Se si guarda nel complesso alle pensioni assistenziali (compresi quindi gli assegni sociali) a fronte di 63 prestazioni ogni 1.000 residenti in Italia, in Trentino sono 26 ogni 1.000, in Emilia Romagna 45 ogni 1.000 e in Calabria 97 ogni 1.000 residenti. 
Il dato su scala regionale. Su 1.145.384 pensioni erogate (273.771 a Lecce, 120.104 a Brindisi, 164.591 a Taranto, l'importo medio mensile è di 693, 20 euro (592, 42 euro a Lecce, 710,17 euro a Brindisi, 826,11 euro a Taranto).

Il focus più analitico: l'importo mensile si attesta su 655,88 euro (633,52 euro a Lecce, 649,74 euro a Brindisi, 654,22 euro a Taranto) per i lavoratori autonomi (205.520 pensionati, di cui 40.969 a Lecce, 18.413 a Brindisi, 24.187 a Taranto), su 850,90 euro (674,24 a euro a Lecce, 831,87 euro a Brindisi, 1.069,76 a Taranto) per i lavoratori dipendenti (562.891 pensionati, di cui 139.945 a Lecce, 70.470 a Brindisi, 90.856 a Taranto) e su 412,03 euro (415, 76 euro a Lecce, 417,51 euro a Brindisi, 416,55 euro a Taranto) per le prestazioni assistenziali (347.114, di cui 88.362 a Lecce, 28.804 a Brindisi, 46.158 a Taranto). 

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