«Io voto fuorisede». La protesta corre veloce sui social e riguarda tanti ragazzi, soprattutto studenti universitari, che sono stati "costretti" a rientrare a casa per votare (in Italia sono 5 milioni, diverse centinaia di migliaia riguardano la Puglia). La legge, su questo punto, è chiara: si vota dove si ha la residenza. È usanza diffusa per gli universitari fuorisede non spostare la residenza. Ed ecco il gioco. Con treni fin troppo spesso in ritardo e con costi alti, per quanto Trenitalia abbia garantito uno sconto del 70% sul costo del biglietto. Agevolazione che a tanti ragazzi non va bene: "Perché dobbiamo pagare il 30% del biglietto?", chiedono. E sui social la protesta prende piede in maniera importante, soprattutto su Instagram.
La protesta sui social
«Il tuo pieno diritto di voto ancora una volta non è stato garantito e hai dovuto spendere dei soldi, di tasca tua, per esercitare un diritto sancito dalla Costituzione. Diciamo alla politica, di tutti i colori e gli schieramenti che siamo stanch*!», scrivono in un post comune Unione degli Universitari, il Comitato Fuorisede e the good lobby ita. La protesta è accompagnata da decine di ragazzi che ci mettono la faccia e un cartello, scrivendo la tratta che hanno dovuto percorrere e il prezzo pagato.
C'è chi ha viaggiato da Ostuni o da Brindisi (la denuncia: 163 euro per tornare in città da Ferrara).
Ritardi sulla Bari-Lecce
In mattinata, per altro, i treni che percorrevano la tratta Bari-Lecce hanno fatto registrare ritardi fino a un'ora sui tempi di percorrenza. Stazioni affollate e percorsi a rilento, secondo quanto denunciano gli utenti sui social. Al di là delle tariffe agevolate, probabilmente non il modo migliore per viaggiare e votare.
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