«Covid, vaccini a tutti o rischiamo grosso con la quarta ondata»: intervista all'assessore alla Sanità, Lopalco

«Covid, vaccini a tutti o rischiamo grosso con la quarta ondata»: intervista all'assessore alla Sanità, Lopalco
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Lunedì 8 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:58

Il Covid colpisce duramente dove maggiore è la percentuale di non vaccinati. Vienna, la Bulgaria, le piazze italiane nelle quali più frequenti sono stati i ritrovi di persone che hanno scelto, per convincimento o paura, di non vaccinarsi. E lo spettro di nuove misure restrittive aleggia sull’Europa e sul nostro Paese, impegnato ad accelerare la campagna di vaccinazione e la somministrazione delle terze dosi per restare dov’è: al riparo dalla catastrofe sanitaria ed economica che appena un anno fa teneva tutti col fiato sospeso. Il terreno è scivoloso, il risultato ancora incerto. «Un anno fa - dice l’epidemiologo e assessore alla Sanità pugliese, Pier Luigi Lopalco - avevamo gli ospedali pieni: oggi non lo sono e questo è merito dei vaccini. Il mio appello, dunque, a tutti i pugliesi è a fare la terza dose: è necessaria, soprattutto nei più fragili, per non diventare vulnerabili e per interrompere la circolazione del virus, che porterebbe a nuove varianti e a una nuova ondata». Si rivolge direttamente ai cittadini, Lopalco, perché nonostante le temperature miti di questo autunno al Sud siano di aiuto e nonostante la Puglia sia forte di una ampia copertura vaccinale, il Sars-Cov2 continua a circolare, camminando sulle gambe dei no-Vax o, anche di chi, trascorsi più di sei mesi dall’ultima somministrazione, inizia a perdere la protezione del vaccino. Il Governo Draghi vuole a ogni costo impedire un lockdown generalizzato, tanto più durante le feste di Natale, quando maggiori sono i consumi, ma ha già chiarito di non escludere affatto chiusure localizzate, stringenti, per impedire il diffondersi dei focolai qualora la quarta ondata arrivasse impetuosa proprio sotto le feste. 
Assessore, pensa ci sia il rischio concreto di una ondata a Natale o a gennaio?
«La copertura vaccinale è molto alta, ma esiste un serio problema di protezione individuale per coloro che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Si tratta di una percentuale relativamente bassa, rispetto alla popolazione italiana, ma numericamente i numeri sono tutt’altro che esigui. Parliamo di 4 o 5 milioni di persone, che il virus, prima o poi, lo incontreranno. Va detto chiaramente che sono persone che stanno rischiando la pelle perché hanno paura della vaccinazione e bisogna fare di tutto per richiamarle alla razionalità. È nelle cose che, se il virus continua a circolare, potrà creare nuove varianti e favorire una nuova ondata. Non dobbiamo essere catastrofici, ma invitare convintamente le persone a proteggersi e a farlo ora». 
Torniamo alle terze dosi. Il Governo e il commissario per l’emergenza invitano a una accelerazione nelle somministrazioni. A che punto siamo? Dalle ultime rilevazioni la Puglia è quartultima nel Paese e va vaccinato un milione e mezzo di fragili e over60.
«La terza dose è importante soprattutto per le persone fragili, che hanno più alta probabilità di perdere la protezione vaccinale già ottenuta e, in alcuni casi, possono andare incontro a infezioni sintomatiche severe. Esiste un problema di informazione: molti cittadini non respingono la vaccinazione, avendo già fatto due dosi, ma magari non sentono l’urgenza di fare il richiamo o nessuno ha detto loro quanto sia importante farlo. Su questo dobbiamo lavorare».
Non pensa ci sia anche chi ha paura di una terza dose di vaccino, a distanza così “ravvicinata” dalle altre due? 
«Questa paura, lo dico chiaramente, è assolutamente immotivata. I calendari a tre dosi sono previsti per moltissimi vaccini, dall’antitetanica all’epatite. E tre dosi vengono somministrate persino nei neonati. Anche in questo caso è un problema di informazione, di conoscenza, che solo fino a un certo punto può essere fatta dai mezzi di comunicazione di massa o dalle campagne regionali: i cittadini devono ricevere queste informazioni dal proprio medico di fiducia».
Di quali campagne di informazione parla?
«Partiremo la prossima settimana, sui canali social e sui mezzi di informazione regionali, con una specifica campagna informativa sulle terze dosi e la pandemia. E solleciteremo i cittadini anche con sistemi di chiamata attiva, tramite sms per esempio». 
Torniamo ai medici di base. Saranno protagonisti, dunque, di questa nuova fase pandemica. Solo per rassicurare i loro pazienti o anche per somministrare i vaccini?
«Abbiamo appena firmato con loro un accordo per la vaccinazione anti-influenzale. Confidiamo di firmarne un altro, la prossima settimana, perché possano entrare in campo consigliando la vaccinazione ai loro assistiti e aprendo i loro studi per le somministrazioni. Ci sono poi le farmacie (700 quelle aderenti all’iniziativa, ndr), che insieme agli studi dei medici di base sono i luoghi d’elezione per le terze dosi, tanto più che a questo punto non è più necessaria una anamnesi. Abbiamo riscontrato un problema tecnico in alcuni esercizi, problema relativo ai codici di carico e scarico dei vaccini, ma contiamo di risolverlo ad horas. E speriamo, nelle prossime settimane, con medici e farmacisti, di incrementare questo slancio».
Una donna 70enne che volesse sottoporsi oggi alla terza dose, cosa dovrebbe materialmente fare oggi?
«Se sono passati più di sei mesi dall’ultima dose, potrebbe innanzitutto presentarsi in un hub vaccinale. Non c’è coda, perché la platea della terza dose è ancora ristretta, e si procede semplicemente, a sportello per così dire».
La Regione sta procedendo a un censimento degli hub disponibili. Ma molti sono stati smantellati, non esistono più. Come pensate di ovviare, tenuto conto che è tutt’altro che ipotetico l’allargamento della platea dei destinatari delle terze dosi anche agli under60?
«Sono stati smantellati gli hub allestiti nelle palestre o nei palazzetti, dopo la ripresa della scuola e delle normali attività sportive. Ma ci sono ancora gli ambulatori vaccinali delle Asl o si potrà raggiungere un comune vicino. Tuttavia, contiamo sulla disponibilità dei medici di base».
Torniamo alla 70enne che intende vaccinarsi. 
«Può optare per la piattaforma “La Puglia ti Vaccina”. Calcoliamo che fra novembre e dicembre tutti gli ultrasessantenni saranno vaccinati. Abbiamo quindi un mese di tempo per attivare tutti i canali utili ed evitare code o attese. Così, se il Governo amplierà la platea dei vaccinandi agli under60, li sottoporremo alla terza dose fra gennaio e febbraio, ma a quel punto la “macchina” sarebbe già pronta».
L’Europa e l’Italia attendono il via libera di Ema e poi di Aifa al vaccino anche per i bambini fra i 5 e gli 11 anni. Perché un genitore dovrebbe decidere di vaccinare un figlio piccolo, atteso che sono i meno esposti alle conseguenze del virus?
«Le dico solo che i pediatri non vedono l’ora di vaccinare i propri piccoli pazienti.

Sono loro ad aver visto cosa fa il Covid, quando riesce ad aggredire i bambini. E poi la copertura vaccinale che abbiamo avuto fra i 12 e i 19 anni è anche più alta di quella ottenuta sugli adulti. Le famiglie e i ragazzi hanno dimostrato razionalità e saggezza. Non è detto non accada lo stesso anche con i bambini, ce lo auguriamo certamente».

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