Coronavirus, nuovo padiglione del Fazzi: si apre sabato

Coronavirus, nuovo padiglione del Fazzi: si apre sabato
di Maddalena MONGIò
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Giovedì 19 Marzo 2020, 07:47
Arrivano i pazienti al Dipartimento di Emergenza Urgenza del Vito Fazzi di Lecce. Da dopodomani i casi di Covid-19 saranno ricoverati al Dea dove è stato preparato un reparto da 40 posti letto che saranno gradualmente aumentati sino ad arrivare a 160. Ieri è stato collaudato l’impianto dell’ossigeno, ma oggi la Regione Puglia dovrà autorizzare l’apertura. Intanto la Asl di Lecce sta lavorando su diversi fronti, per arrivare all’apertura di questo padiglione strategico in questo momento, come lo sarà in futuro essendo dotato di tecnologia avanzatissima. Sono stati definiti i percorsi per i malati, dal piano terra al primo piano, che sono prestabiliti in modo che siano zone precise e delimitate a essere utilizzate per il Covid. Davvero una corsa contro il tempo, quella della Asl di Lecce, per essere pronti a quell’onda lunga che gli esperti sono convinti caratterizzerà questa infezione.

In vista dell’apertura del Dea, la Asl ha pubblicato un avviso urgente per conferire l’incarico di coordinatore infermieristico per un compenso non certo lauto: circa 1.700 euro su base annua, l’incarico è per 6 mesi eventualmente prorogabili. Il termine per la presentazione delle domande è per domani alle 12 e possono partecipare gli infermieri in forze nella Asl con un’esperienza di almeno due anni nel reparto di Malattie infettive e siano in possesso di un master in management. Nella premessa dell’avviso è spiegato che «è necessario attivare le degenze, la prima unità operativa da 40 posti letto avvierà i ricoveri a partire da sabato». E questa apertura è preceduta da polemiche, politiche per quanto riguarda la fornitura dell’ossigeno e sindacali sul fronte dell’impiego di personale negli ospedali Covid.

La direzione generale ha deciso di attivare un reparto di Cardiologia per i malati di Covid ricoverati al Dea, ma i segretari della provincia di Lecce - Floriano Polimeno (Fp Cgil), Fabio Orsini (Cisl Fp), Antonio Tarantino (Uil Fpl), Francesco Perrone (Fsi-Usae), Vincenzo Gentile (Fials), oltre ad Antonio Piccinno Rsu della Asl di Lecce - spiegano: «Ci giungono segnalazioni secondo le quali il personale di Emodinamica risulterebbe mobilitato d’Ufficio – fanno sapere all’unisono – nella nuova istituenda Cadiologia-Covid-19, all’interno del Dea del Fazzi. Inoltre, ci viene segnalato il personale di comparto, senza alcuna possibilità di esprimere i propri desiderata, viene invitato ad accettare tale trasferimento. Se ciò rispondesse al vero diventa urgente consentire a questo personale la possibilità di inoltrare regolare istanza di trasferimento presso altro reparto, come la possibilità di optare di seguire la propria unità operativa complessa nella trasformazione che si intende adottare. Pertanto si chiede un incontro urgente per discutere nel merito la questione». E questa è una nuova gatta da pelare.

Con quest’epidemia sulle spalle della direzione generale della Asl e a cascata sui diversi ruoli apicali, l’apertura del nuovo padiglione che a regime avrà 330 posti letto e la chiusura dell’ospedale di Copertino dopo che si era sviluppato un focolaio di infezione e che sarà riaperto a breve. Ieri, infatti, dall’ospedale copertinese è partita la comunicazione alla direzione generale della Asl salentina che si può ripartire da lunedì con i primi 20 posti letto dedicati al post acuzie dei malati Covid-19. Intanto sono stati effettuati 50 tamponi sui dipendenti in quarantena per verificare la negatività al coronavirus e, quindi, rientrare in servizio. Ma anche su questa apertura c’è una questione di natura sindacale. Vincenzo Gentile, ieri, ha scritto al prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta, al direttore del Dipartimento regionale della Salute Vito Montanaro, alla Asl di Lecce nelle persone del direttore generale Rodolfo Rollo e del direttore sanitario Roberto Carlà.

La missiva ha l’obiettivo di accertare se il personale destinato al Dea e all’ospedale di Copertino ha avuto la formazione adeguata per assistere i pazienti Covid. Chiede, Gentile, che prima dell’apertura dei due ospedali il personale sia addestrato con specifiche attività di formazione. A tal proposito il sindacalista rammenta che lo scorso 4 marzo 270 tra medici, infermieri e ausiliari hanno partecipato a un corso di formazione di 3 giorni e a 4 ore di pratica. La chiusa delle richieste riguarda i dispositivi personali di protezione.
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