Attuali contagiati ancora in calo ma resta alto il tasso di positività: al 12,52%. In Puglia anche 17 morti

Attuali contagiati ancora in calo ma resta alto il tasso di positività: al 12,52%. In Puglia anche 17 morti
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Domenica 18 Aprile 2021, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 09:15

Per il quarto giorno consecutivo c'è un calo - seppur lievissimo - degli attuali positivi in Puglia. Prima di affermare che si tratti di un'effettiva inversione di tendenza bisognerà tuttavia attendere i bollettini dei prossimi 2-3 giorni, anche perché il tasso di positività - ossia il rapporto tra nuovi positivi e tamponi effettuati - resta sostanzialmente stabile. Ieri, infatti, su 10.201 test ci sono 1.278 nuovi casi. Di questi, il numero maggiore riguarda come sempre la provincia di Bari (474), e resta molto alto il dato di Taranto (211). Nella provincia di Foggia 239 nuovi positivi, 137 nel Salento, 96 a Brindisi, 114 nella Bat, un caso di residente fuori regione, sei casi dalla provincia di residenza non nota.

Calo di ricoveri e degli attualmente positivi


Ieri altri 17 decessi, sei riguardano la provincia di Brindisi, solo uno in meno rispetto a quella barese. Due vittime a testa per la provincia di Taranto e per la Bat, per un numero complessivo di 5.438 morti dall'inizio dell'emergenza.
Altri 1.338 guariti, c'è un calo dei ricoverati (dai 2.191 di sabato ai 2.174 di ieri). E si registra appunto una nuova diminuzione degli attuali contagiati. Si parla, beninteso, di un calo ridottissimo, niente a che vedere con le impennate dei contagi registrate nelle settimane più calde: giovedì gli attuali positivi erano stati 51.726 (in calo rispetto al giorno prima), venerdi 51.594, sabato 51.515 e ieri 51.438.
«Guardiamo al futuro con fiducia - ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza - ma serve ancora tanta prudenza: se si fa un passo troppo lungo si rischia poi di dover tornare indietro». A rafforzare gli inviti alla cautela sono i dati delle ultime 24 ore a livello nazionale,9 che danno conto di una salita del tasso di positività, arrivato al 5,5% (+0,9% rispetto a sabato). I nuovi contagiati sono stati 12.694 e 251 le vittime, in calo rispetto alle 310 dell'altroieri.

Sulle riaperture «è importante - osservano gli esperti - non ripetere gli errori fatti nell'estate 2020». La mascherina non va tolta dopo essere stati vaccinati «perché la vaccinazione non è efficace al 100% e, soprattutto, non è riferita all'infezione ma alla malattia».

Verso la normalità


Se da ieri in Israele non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all'aria aperta, «questo è possibile perché nel Paese è stato vaccinato il 65% della popolazione con Pfizer, raggiungendo il 90% negli over 60. Vedremo come andrà, non è detto che sia corretto. Certamente - osserva il virologo - non è una situazione confrontabile a quella italiana, dove il 17% della popolazione ha fatto la prima dose e il 7% la seconda, con 10,5 milioni di vaccini Pfizer somministrati, 3 milioni di AstraZeneca, che blocca molto meno l'infezione, e quasi un milione di Moderna». Con questi numeri, proseguono gli esperti, «non possiamo applicare la stessa regola: se chi è stato vaccinato non indossa la mascherina ha comunque la probabilità di infettarsi, anche se senza conseguenze, e di trasmettere l'infezione». L'importante è evitare che si ripeta quello che è avvenuto nell'estate 2020, quando il virus circolava meno, ma la mancanza di un tracciamento e di un contenimento adeguati ha fatto risalire la curva dell'epidemia. Insegna molto anche l'esperienza del Cile, che ogni giorno continua a vedere aumentare i nuovi casi con il 37% della popolazione vaccinata. Tra le possibili cause ci sono «la diffusione di ceppi di coronavirus più virulenti dal Brasile, l'aumento del numero di cileni che viaggiano nel Paese e, soprattutto, la ridotta adesione alle distanze sociali dopo il programma di vaccinazione ha dato alle persone un falso senso di sicurezza».
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