Ingiusto protestare per negare i diritti degli altri

di Djamila BORRA
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Venerdì 29 Gennaio 2016, 17:16
Merita una risposta il "gentile" articolo che ha scritto Andrea Caroppo, capogruppo regionale di Forza Italia, incitando i leccesi, già abbastanza pigri di per sé, a raccogliere le forze per questa suprema necessità che è il "family day", portandosi fisicamente in piazza a Roma per manifestare il loro dissenso. 

Mi preoccupa e mi dispiace che un trentaseienne come Caroppo concentri le sue preziose energie per schiacciare una realtà che ormai fa parte della "normalità", concetto sul quale si potrebbe disquisire ad oltranza. E per questo basta guardare i numeri, senza opporre giudizi di valore o morali. Dato questo fatto per assunto vorrei scrivere la definizione di paura secondo il dizionario della lingua Sabatini-Coletti: "Sensazione di forte preoccupazione, di insicurezza e di angoscia, che si avverte in presenza o al pensiero di pericoli reali o immaginari”. E questo è anche il motivo principale per cui migliaia di italiani si lasciano convincere da leader religiosi e politici da talk show che riconoscere i diritti degli omosessuali porterà il mondo e la famiglia alla rovina.

Dopo una crisi economica che negli ultimi anni ha logorato la loro fiducia nel futuro, molti non hanno la lucidità e l’ottimismo necessario per accettare con serenità i mutamenti sociali e si rifugiano invece in un atteggiamento tradizionalista e conservatore, alimentando inconsapevolmente la frenata della caduta della gerontocrazia che ci ha distrutto negli ultimi vent'anni. Il fatto che il movimento antigay che scenderà in piazza contro il disegno di legge Cirinnà si chiami “Difendiamo i nostri figli”, la dice lunga su quanto sia immaginario il pericolo avvertito. Rischiamo di essere come il patriarca di Mosca che pochi giorni fa ha attribuito al riconoscimento dei diritti lgbt nel mondo occidentale la colpa dell’ascesa del gruppo Stato Islamico. La paura ha i suoi motivi, ma un paese civile deve essere in grado di superarla, prima che si trasformi in ottusità. E allora sì che il pericolo diventa abnorme. Con l'ottusità non c'è difesa, non c'è speranza, non c'è dialogo. C'è solo violenza, scontro, chiusura, morte. E questo sì che fa davvero paura.<HS>

Potrebbe pensare la comunità gay ad una manifestazione contro le famiglie eterosessuali? Un family gay contro la tradizione? Impensabile. E non per impossibilità, ma per struttura mentale diversa. Desiderare qualcosa per sé non è pensato in modo specularmente sottrattivo. Mi spiego meglio: voler aggiungere qualcosa da una parte non significa toglierla all'altra. Non è un gioco di pedine dove ci sono solamente sei pezzi e se una parte ne vuole quattro l'altra ne deve avere due o viceversa. In che modo l'approvazione delle unioni civili può minare l'istituzione dei matrimoni eterosessuali? O peggio ancora, distruggere le famiglie già esistenti?

Se verrà approvato, il disegno di legge Cirinnà (bis) farà uscire l’Italia dalla posizione imbarazzante di essere uno dei pochi Stati europei che non riconoscono in alcun modo le famiglie di persone omosessuali (sarebbe sempre saggio paragonarsi all'Europa e non al mondo, come ha fatto Caroppo affermando che il matrimonio omosessuale con diritto di filiazione è ammesso in 28 paesi su 198, visto che ci sono paesi che ancora condannano a morte per omosessualità e voglio sperare che non sia quello il metro di paragone).

Va ammesso che il Ddl Cirinnà non è quella sorta di «contentino» che erano i Di.Co., poiché introdurrebbe una disciplina che assomiglia molto di più al matrimonio (in tema di diritto di successione, in tema di scioglimento dell’unione e così via). Tuttavia, basterebbe notare che queste garanzie e che questi diritti vengono conferiti mediante la creazione di un istituto speciale. È infatti al tribunale che spetta l’ultima parola. Il Ddl Cirinnà si limita a estendere la stessa possibilità al caso che l’adottando non sia il coniuge (cioè persona unita in matrimonio con il genitore) ma la “parte di un’unione civile”. Come ciò può configurare un danno per gli interessi del minore? Non esiste alcun diritto di adottare ma soltanto un diritto di essere adottati.

Se c’è una strumentalizzazione dei bambini questa è tutta dall’altra parte. Sembra che il vero obiettivo sia quello di affossare la legge facendo leva sulla protezione dei bambini, con lo scopo di ricominciare da capo e rimandare ancora, e ancora. Ecco la realtà delle ragioni di opposizione dei parlamentari di maggioranza: non la volontà di proteggere i bambini dalle strumentalizzazioni, ma la volontà di strumentalizzare i bambini perché in essa hanno intravisto la possibilità di votare contro una legge che contrasta con le posizioni delle gerarchie cattoliche, tralasciando il principio costituzionale della libertà di religione e della separazione tra Stato e Chiesa. Non si capisce perché altrimenti, come ha fatto Caroppo, si debba sempre citare la parola del Papa o di altri clericali vari, mentre si discute di questi argomenti, visto che in teoria siamo uno Stato laico.

Per quanto riguarda le adozioni non stepchild (letteralmente adozione del figliastro), centinaia di studi scientifici fatti nei 4 angoli del pianeta, dove la legge rende possibilie l'adozione di figli da parte di single o di coppie dello stesso sesso, hanno dimostrato che il benessere del bambino migliora molto quando viene adottato da un single o da una coppia (dello stesso sesso o di sesso opposto) anziché rimanere in un orfanotrofio. Poi chiaro: meglio una coppia (di qualunque orientamento) rispetto a un single, meglio una coppia benestante rispetto a una povera, meglio una coppia di genitori bilingue che una di genitori monolingue, e così via. Ma non: meglio una coppia eterosessuale di una omosessuale, perché questo, per quanto dispiacca agli omofobi, questi studi non lo dicono. Se al centro di tutti si mette il benessere del bambino, questo non varia a seconda dell'orientamentosessuale dei suoi genitori<HS><HS>.<HS>
Djamila Borra


 
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