Truffa dei falsi incidenti, nei guai medici e avvocati: chiesti 72 anni di carcere

Truffa dei falsi incidenti, nei guai medici e avvocati: chiesti 72 anni di carcere
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Sabato 18 Gennaio 2020, 10:56
Chiesti 72 anni di reclusione per 28 dei 71 imputati del processo sulla più grande inchiesta della Procura di Lecce sugli incidenti stradali falsi, inchiesta scaturita dall'operazione Micosca che quantificò un danno alle compagnie assicurative di circa un milione e mezzo. Il procuratore aggiunto Antonio Negro, titolare delle indagini condotte con la polizia Stradale e con la sezione della polizia distaccata in Procura, ha depositato una memoria di 44 pagine in cui fa presente al collegio giudicante (presidente Fabrizio Malagnino, a latere Marcello Rizzo ed Annalisa de Benedictis, seconda sezione penale) che il dibattimento in aula ha dimostrato l'insussistenza dell'accusa di associazione a delinquere: truffe e raggiri sì, ma senza un accordo preventivo fra gli imputati per svolgere ognuno un ruolo connesso agli altri: «Non si è accertata l'esistenza di una organizzazione posta al servizio del programma criminoso concepito», ha sostenuto il procuratore aggiunto Negro. «Ma soltanto l'esistenza di semplici accordi, non strutturati, che non possono essere considerati elementi certi indiziati per la configurazione del delitto, ma possono essere valutati semplicemente come ipotesi di concorso continuato nei diversi reati contestati».

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Per questo ha chiesto l'assoluzione per tutti coloro che rispondono del reato associativo: Alessandro Sbocchi, 48 anni, di Castrignano dei Greci. Ed anche per l'avvocato Donato Maruccia, nonché per il carrozziere Leonardo Corlianò ed Antonio Martella per i quali è stata chiesta la condanna per l'ipotesi di reato di falso in atto pubblico. La prescrizione ha fatto il resto. Ha determinato la richiesta di assoluzione per gran parte degli imputati: i fatti di cui si sta occupando il processo sono piuttosto datati, risalgono agli anni fra il 2008 ed il 2012.

Ogni valutazione spetterà al collegio giudicante, a partire dall'udienza del 21 febbraio che se dovesse esaurire le arringhe difensive arriverà alla sentenza.
Intanto l'accusa imputa i fatti più gravi a chi avrebbe potuto svolgere un ruolo chiave nel falsificare gli incidenti. Chi trattava le pratiche, insomma: avvocati, liquidatori, medici e carrozzieri: le condanne più alte sono state chieste per l'avvocato Donato Maruccia, sei anni di reclusione. Tre anni per Maurizio Spedicato, anche lui avvocato. Per i medici Claudio Girasoli e Furio Rubino, rispettivamente cinque e tre anni. Quattro anni e mezzo per il liquidatore Lorenzo Micocci (dal suo cognome e da quello di un altro imputato, Nicola Scardino, il nome Micosca dato all'operazione). E poi i carrozzieri: quattro anni per Antonio Martella, tre anni per Leonardo Corlianò ed Alessandro Gemma. E poi due anni ai conducenti delle auto coinvolte.
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