Truffa dei falsi incidenti, usati documenti e auto di ignari automobilisti: occhio al raggiro

Truffa dei falsi incidenti, usati documenti e auto di ignari automobilisti: occhio al raggiro
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Sabato 18 Maggio 2019, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Per gli incidenti stradali costruiti a tavolino al fine di truffare le compagnie di assicurazioni e spillare risarcimenti non dovuti, avrebbero utilizzato documenti di auto intestate a persone estranee al raggiro. E in alcuni casi nominativi di soggetti addirittura privi di patente.
Questo il dettaglio emerso dall'inchiesta condotta dalla procura di Trieste sfociata nella notifica di 26 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, con valore di avviso di garanzia, ad altrettanti tarantini.
L'inchiesta, della quale Quotidiano aveva già dato notizia nell'edizione dello scorso 10 maggio, è tornata di attualità dopo la nota diffusa nella giornata di ieri dalla Polstrada di Taranto, che ha condotto le indagini sul presunto raggiro.

Nel mirino del presunto gruppo di truffatori le compagnie assicurative Allianz, Genyalloyd e Aviva.
L'indagine, culminata nelle comunicazioni giudiziarie, è stata avviata dopo un esposto presentato nel luglio di quattro anni fa dalla procura jonica. Sul tavolo dei magistrati tarantini giunse un corposo dossier denuncia presentato dai rappresentanti della Allianz.
In particolare, i legali della compagnia avevano evidenziato nel loro esposto le anomalie che riguardavano complessivamente 21 incidenti stradali, denunciati, con lo scopo di ottenere il risarcimento, tra il 2013 e il 2014.
In quelle pratiche avviate per ottenere gli indennizzi, qualcosa non quadrava a giudizio dei funzionari dell'Allianz, che avevano deciso di vederci chiaro chiedendo l'intervento della procura.

I magistrati tarantini, dopo le prime indagini delegate agli uomini della Polizia Stradale, avevano inviato gli atti per competenza territoriale ai colleghi triestini, in ragione del fatto che la compagnia ha sede proprio a Trieste. Dal punto di vista investigativo, però, l'attività è rimasta ancorata al capoluogo jonico.
Il lavoro svolto dalla Polstrada di Taranto, quindi, ha messo in luce l'esistenza di un presunto gruppo dedito all'organizzazione di falsi incidenti stradali. Tra gli elementi inquadrati dagli inquirenti anche la circostanza che gli indagati avrebbero organizzato la stangata con l'utilizzo di auto intestate a soggetti ignari, talvolta privi di patente di guida.

Stando alle conclusioni alle quali sono giunti gli investigatori, sarebbero undici in tutto gli incidenti stradali che sarebbero stati in realtà costruiti a tavolino con l'unico scopo di ottenere il risarcimento dalle compagnie assicurative. Episodi che sono stati scandagliati e ricostruiti dagli uomini della Polstrada. Il tutto è stato riportato nella lunga informativa che gli investigatori tarantini hanno inviato all'attenzione dei magistrati del capoluogo friulano. Sulla base delle indicazioni giunte da Taranto, quindi, il pm Matteo Tripani della procura triestina ha firmato le 26 comunicazioni giudiziarie, notificate agli indagati nei giorni scorsi.

Gli inquisiti ora hanno a disposizione venti giorni per valutare eventuali contromosse e valutare la possibilità di chiedere di essere interrogati o depositare memorie.

Per dribblare il rischio di finire a processo.

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