Torre San Giovanni, minacce con la pistola e tentato investimento: due condanne per la gestione di un parcheggio abusivo

Torre San Giovanni, minacce con la pistola e tentato investimento: due condanne per la gestione di un parcheggio abusivo
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Mercoledì 27 Dicembre 2023, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 21:43

«Tu non sai chi sono io, non ti conviene metterti contro di me altrimenti ti brucio le macchine». Minacce per la gestione di un parcheggio abusivo a Torre San Giovanni, marina di Ugento. E poi un tentativo di investimento e un colpo di pistola che, solo per caso, non andò a segno. Arriva la condanna in primo grado per il 59enne Eros Fasano, di Melissano, e il 40enne Viktor Shehaj, di origine albanese e residente in Emilia.

La tentata estorsione

La vicenda riguarda una serie di episodi avvenuti nel luglio del 2015 a Torre San Giovanni, nei parcheggi di un noto lido.
I due erano accusati di tentata estorsione nei confronti del titolare di un parcheggio e del suo collaboratore.

Con l'obiettivo di monopolizzare l'attività su un sito abusivo che avevano allestito in un terreno adiacente, insieme ad altri due soggetti avrebbero indirizzato le auto dei bagnanti verso l'area abusiva, minacciando gestore e collaboratore del parcheggio regolarmente autorizzato. «Se non lavoro io qua non lavora nessuno», «Non ti conviene metterti contro di me» sono solo alcune delle frasi che, secondo l'accusa, sarebbero state pronunciate. Fasano, poi, si sarebbe sollevato la maglietta, facendo intravedere un'arma. In un'altra occasione, il 40enne avrebbe tentato di investire i gestori, per poi puntare la pistola al collo di uno di loro ed esplodendo un colpo (fortunatamente andato a vuoto) dopo una breve colluttazione.

La condanna


Il pm aveva chiesto tre anni e quattro mesi per Fasano (difeso dall'avvocato Alessandro Calò) e quattro anni per Shehaj (difeso dall'avvocato Stefano Parlati). Il collegio della Seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Natasha Mazzone) ha condannato il primo a quattro anni e il secondo a quattro anni e sei mesi di reclusione. Entrambi, inoltre, dovranno pagare una multa da duemila euro.

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