Minacce ai giudici, due inchieste parallele: ​chiesto patteggiamento a otto mesi per il 42enne

Minacce ai giudici, due inchieste parallele: chiesto patteggiamento a otto mesi per il 42enne
Minacce ai giudici, due inchieste parallele: ​chiesto patteggiamento a otto mesi per il 42enne
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Sabato 6 Aprile 2024, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 22:05

Dopo aver minacciato la gip del Tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano, il 42enne Pancrazio Carrino (di San Pancrazio Salentino) ha chiesto di patteggiare la pena: otto mesi di reclusione da sostituire con lavori di pubblica utilità. È il frutto dell'accordo raggiunto tra l'avvocata Valentina Aragona del Foro di Roma, che difende Carrino, e la sostituta procuratrice Emiliana Busto della Procura di Potenza.

Il concordato dovrà però ora essere valutato e dunque accolto o respinto dal gup. Carrino è anche indagato, in un altro separato fascicolo, per aver minacciato di morte la pm della Direzione distrettuale antimafia di Lecce Carmen Ruggiero: dopo essere stato arrestato con altri 20 indagati il 19 luglio 2023 nell'ambito del blitz "The Wolf" - eseguito dai carabinieri per sgominare il clan Lamnedola-Cantanna egemone nel traffico di droga nel Brindisino - finse di pentirsi per avere l'opportunità d'incontrarla faccia a faccia e sgozzarla. Il 31 luglio, il suo intento omicida fu stoppato dal pronto intervento del tenente dei carabinieri Alberto Bruno - soprannominato "The Wolf" ai tempi del Ros - che trovò in suo possesso un coltello artigianale in ceramica (l'aveva nascosto nel retto).

Cosa successe

In quell'occasione, cominciò ad ammettere le proprie responsabilità, a raccontare fatti e a fare nomi, poi chiese di poter andare in bagno, dove trasferì il coltello - in realtà, un coccio in ceramica - dal retto alle mutande.

Fuori dai servizi igienici fu poi perquisito dall'ufficiale, che lo disarmò. L'episodio emerse durante un secondo interrogatorio cui il 23 ottobre Carrino fu sottoposto, stavolta dinanzi al pm di Terni Raffaele Pesari. L'indagato rivelò le sue intenzioni e lasciò intendere di aver pensato a far fuori anche lo stesso Pesari a mo' di segnale per la pm Ruggiero. Il caso della gip Mariano, invece, risale allo scorso agosto. Carrino consegnò nelle mani di un agente della polizia penitenziaria un punteruolo e un foglietto scritto di suo pugno da recapitare alla giudice, colpevole di aver disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Carrino non minacciò soltanto Mariano, ma anche cinque agenti della penitenziaria: il 30 agosto, non voleva rientrare in cella dopo l'ora d'aria.

Nel cortile del penitenziario di Lecce, brandì un oggetto contundente col chiaro intento - secondo l'accusa - di costringerli «a omettere atti inerenti il loro ufficio» e cioè obbligarlo a tornare dietro le sbarre. Del giorno successivo, 31 agosto, il pizzino e il puntuerolo destinati a Mariano. Quest'ultima, a inizio febbraio di quest'anno, ha trovato nei pressi della porta di casa sua una testa di capretto mozzata, tagliata in due, accompagnata da coltello e messaggio minaccioso (anche su quest'episodio indaga la Procura di Potenza). Sia a Mariano che a Ruggiero è stata, dopo questi episodi, assegnata una scorta permanente. Carrino è ritenuto uomo di fiducia del presunto boss Scu del Brindisino Gianluca Lamendola.

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