Tar Lecce, la relazione del presidente Pasca: «Autonomia e più magistrati per non disperdere il lavoro fatto»

Sui balneari: "Decida la politica"

Tar Lecce, la relazione del presidente Pasca: «Autonomia e più magistrati per non disperdere il lavoro fatto»
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 15:26

L'autonomia del Tar Lecce, non più come sezione staccata del Tar Puglia; la proliferazione e la sovrapposizione degli interventi legislativi; il ruolo preponderante dell'esecutivo come potere legislativo; il rischio di infiltrazioni della criminalità nell'economia e il nodo balneari sono gli argomenti in cui ha ruotato la relazione del presidente della sezione salentina del Tribunale amministrativo regionale, Antonio Pasca, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario che si è celebrata oggi. Ultimo, ma non ultimo, la carenza di magistrati e l'esigenza di una nuova sede, anche per una biblioteca cartacea e digitale come luogo di incontro con i ragazzi e gli studenti di giurisprudenza.

La relazione di Pasca

Per Pasca, è «ineludibile e necessaria l’urgente assegnazione di nuovi magistrati per non vanificare i risultati faticosamente raggiunti negli anni precedenti nell’attività di abbattimento dell’arretrato». Anacronistica, ingiustificata e non coerente con i principi di efficienza, di autonomia e di decentramento che pure ispirano i progetti di riforma in atto, ha aggiunto il presidente, è «la qualificazione di questo Tribunale come Sezione Staccata del Tar Puglia: la trasformazione delle Sezioni Staccate (limitatamente a quelle coincidenti con le sedi di distretto di Corte d’Appello) in Tribunali Amministrativi Regionali risulta coerente con l’evoluzione della normativa di riferimento». Quanto all'attività giurisdizionale, «nel nostro paese – spiega Pasca - sono in vigore svariate decine di migliaia di atti normativi, tra dpr, decreti legislativi, leggi ordinarie, regolamenti governativi, cui vanno aggiunte le leggi regionali e delle province autonome, spesso contraddittorie e carenti anche sotto il profilo della tecnica legislativa, nonché tutte le norme del c.d. soft law (linee guida, raccomandazioni, pareri vincolanti), oltre le norme di derivazione euro-unionale immediatamente e direttamente efficaci negli stati membri. A questo va aggiunto il problema della sovrapposizione di competenze e quello della eccessiva complessità dei procedimenti. Tale situazione, se costituisce un limite ed un ostacolo per il dirigente che voglia correttamente operare nell’interesse dell’amministrazione, costituisce al tempo stesso un comodo alibi per chi voglia invece favorire interessi privati in danno dell’interesse pubblico».

Resta alta l'attenzione intorno al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata: «Torno a segnalare – spiega infatti il presidente - che il limitato numero di ricorsi in tema di informative antimafia non costituisce indice univoco e probante di una regressione dei fenomeni infiltrativi nelle pubbliche amministrazioni, come ha bene evidenziato il Procuratore Generale nell’ intervento pronunciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Lecce, nel quale ha sottolineato come da tempo il sodalizio criminale operante sul territorio del Salento abbia concentrato le sue attenzioni in vari settori dell’economia, consolidando il suo potere attraverso meccanismi collusivi e corruttivi, attraverso collegamenti diretti con amministratori della cosa pubblica e dirigenti».

E poi lo spazio dedicato alla questione balneari: «Da una veloce ricerca testuale sulle relazioni di inaugurazione dell’anno giudiziario di questo Tribunale e di relazioni connesse ad eventi convegnistici, relative all’arco temporale che va dal 2018 ad oggi, emerge che tutte le sollecitazioni volte ad evidenziare l’esigenza improrogabile di porre mano senza indugio ad una riforma del settore e ad una normativa volta a garantire uniforme ed effettiva attuazione della direttiva servizi sono rimaste del tutto inascoltate. Ho sempre evidenziato che per gli operatori del settore turistico balneare, settore peraltro trainante per l’economia del nostro territorio, sarebbe risultato danno ben più grave rispetto a quello riconducibile all’applicazione della direttiva servizi quello connesso al caos e alla totale incertezza normativa. Si potrebbe dire “tanto tuonò che piovve”». In particolare, per Pasca «la definizione della questione delle concessioni balneari è stata trasferita impropriamente nelle aule della giustizia amministrativa in quanto la relativa soluzione apparteneva e appartiene al Governo e alla funzione politica, purtroppo rimasta invece inerte per molto tempo». Il Tar Lecce ha espresso un orientamento giurisprudenziale non allineato rispetto ad alcune pronunce di altri giudizi amministrativi con riferimento alle questioni relative al conflitto tra la normativa nazionale (legge 145/18) e la direttiva Bolkestein dell'Unione Europea.

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