Inaugurazione dell'anno giudiziario al Tar, Pasca punta su paesaggio e salute: «I diritti dell'uomo al centro»

Inaugurazione dell'anno giudiziario al Tar, Pasca punta su paesaggio e salute: «I diritti dell'uomo al centro»
di Alessandra LEZZI
4 Minuti di Lettura
Domenica 21 Marzo 2021, 09:48

Dalla tutela del paesaggio al diritto alla salute. Il primo che «deve avere al centro l'uomo e non essere ridotto a vedute panoramiche». Il secondo che, anche quando s'incrocia con i temi cruciali del lavoro come nel caso della vicenda ex Ilva, «non deve essere sacrificato».
Due dei molteplici messaggi nella relazione letta per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2021 del Tar Lecce: una disamina che mette in fila le emergenze adeguandosi alle disposizioni anti-Covid in una sala udienze dove il presidente Antonio Pasca parla, in quasi totale solitudine, ad una telecamera che trasmette a televisioni, smartphone e tablet. «Rinunciamo alla forma, ma non alla sostanza», l'esordio del presidente. Oltre settanta pagine di relazione, in gran parte tagliati durante la diretta per ragioni di tempo.

I TEMI PRINCIPALI


Al centro, i temi che più hanno caratterizzato il cuore dell'azione giurisdizionale del tribunale di via Rubichi e anche il dibattito politico: paesaggio e demanio, direttiva Bolkestein, inquinamento ed ex Ilva e, forse la maggiore delle novità, interdittive antimafia. In mezzo, il bilanciamento di interessi diversi, spesso contrapposti eppure con lo stesso valore costituzionale. Ma il passaggio più forte è riservato al filo rosso che lega queste questioni e, più in generale, l'intera azione amministrativa: volgarmente detto mal di firma, il presidente Pasca lo definisce «il singolare fenomeno dell'amministrazione difensiva», ossia quando si «adotta un provvedimento non già sulla base delle proprie autonome valutazioni del contesto normativo, bensì al fine di garantire se stesso» mettendosi al sicuro da eventuali iniziative in sede penale. L'auspicio è che la riforma della giustizia «proceda ad una revisione di talune norme penali nella materia della pubblica amministrazione al fine di rafforzare quei profili di autonomia delle valutazioni che caratterizzano l'azione amministrativa rispetto ad interferenze esterne, per garantire il reciproco rispetto di regole e ruoli».

IL FUTURO DEL LITORALE


Su questo fronte Pasca si sofferma a lungo su un tema che ha contrassegnato gli ultimi anni dell'azione giurisdizionale leccese anche in contrapposizione ad altra giurisprudenza: le proroghe alle concessioni demaniali e l'applicazione della Bolkestein. E' nota la posizione del Tar Lecce che, contrariamente alla Cassazione penale, ritiene non autoesecutiva la direttiva Bolkestein pur avendo più volte sottolineato la non eludibilità delle gare per l'assegnazione delle spiagge.
Il merito della questione. «Disapplicare - dice il presidente del Tar - una norma vigente significa violarla.

Ed è fatto grave. Si disapplica una legge per applicarne un'altra, sulla base del sistema di gerarchia delle fonti di diritto. Ma non è ciò che sta accadendo con la Bolkestein, dove si sta solo disapplicando la norma nazionale». E qui anche l'attacco all'azione dell'Antitrust, «a incomprensibile macchia di leopardo», sottolinea Pasca. E poi, l'urgenza di approvare i Piani comunali delle coste per contrastare la discrezionalità delle amministrazioni, e il dubbio che la legge regionale in tema di gare per nuove concessioni contrasti con la natura esclusivamente statale della materia della concorrenza. Fino al richiamo, da parte di Pasca, sul bene paesaggio: «Illogico ricondurre e circoscriverne la tutela alla salvaguardia di vedute panoramiche o naturali perché ciò comporterebbe la negazione stessa del suo valore culturale».

IL SIDERURGICO DI TARANTO

Lidi e coste, ma non solo. Perché la tutela di interessi contrapposti salute, ambiente, economia ha visto il Tar Lecce in trincea anche con la recente sentenza sull'ex Ilva di cui il presidente rivendica la scelta: «Il diritto alla salute, come diritto fondamentale della persona, se può tollerare una limitata compressione in ragione di un vantaggio o interesse economico produttivo di notevole rilevanza, giammai tuttavia potrà essere sacrificato fino al punto di determinare gravissime patologie e fino al sacrificio di vite umane in nome di un interesse economico e quand'anche ritenuto di interesse strategico nazionale». È uno dei passaggi-chiave di Pasca sulla questione Siderurgico. «Appare evidente che il problema ex Ilva - aggiunge il presidente del Tar - per le implicazioni socio-economiche e per la rilevanza dell'allarme sociale e del perdurante danno diffuso per la salute delle persone, necessiti di una soluzione politica e di un'azione di governo che dovrà tenere conto tuttavia dei provvedimenti giurisdizionali al fine di pervenire ad una soluzione anche delle criticità economico-produttive ed occupazionali».

LA CRIMINALITà

Un filone che, nella relazione di Pasca, non esclude l'altro: emergenze tra di loro legate. Come quella delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'azione amministrativa tra appalti, smaltimento rifiuti e turismo. «Interferenze che presuppongono una connivenza», dice Pasca. Ed ecco perché è importante presentare i ricorsi in quanto «tra le pieghe dei ricorsi emergono notizie di reato importanti». Senza dimenticare che «spesso l'elevato numero di dipendenti con precedenti penali è dovuto all'applicazione della cosiddetta clausola sociale» sulla quale le aziende nulla possono di fronte poi alle «decisioni del giudice del lavoro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA