​Strade come discariche: soldi delle multe per ripulire

Una delle numerose discariche sulle strade salentine
Una delle numerose discariche sulle strade salentine
di Paola ANCORA
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Domenica 21 Agosto 2016, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 13:40
Strade come tappeti di rifiuti srotolati per accogliere i turisti che, a centinaia di migliaia, raggiungono il Salento per le vacanze. Viottoli di campagna trasformati in pubbliche pattumiere e pazienza, se nell’“olezzo” della nostra inciviltà, seccano ulivi e alberi che là dimorano da decenni, quando non da secoli. Piazzole di sosta come grandi, impietosi palcoscenici di spazzatura, a ricordarci quanta strada ancora si debba fare perché l’accoglienza vera - che, quando si investe sul turismo, vuol dire servizi, pulizia, decoro - diventi parte integrante del nostro corredo genetico. Fisiologica. Normale.
Oggi non è (ancora) così. E il viaggio di 194 chilometri che Quotidiano vi ha raccontato lo dimostra.
 
I sindaci sollecitano interventi della Provincia. La Provincia alza pilatescamente le mani e scarica ogni responsabilità sul Governo, padre della riforma Delrio che l’ha privata di funzioni e denaro. «Attendiamo da febbraio 220 milioni di euro» ha detto il consigliere delegato all’Ambiente, Renato Stabile. L’Anas, competente per le strade statali, tace. E lo stesso fa la Regione, che soltanto lo scorso giugno, ha provato a imporre per decreto, a enti locali e concessionari delle arterie stradali, un potenziamento della raccolta dei rifiuti lungo le rete viaria salentina e nelle principali mete turistiche, senza però stanziare neanche un euro perché questo obiettivo potesse essere più agevolmente centrato.
Copione già letto. Non ci sono soldi. Vigilare appena fuori dai centri abitati non è esercizio che entusiasmi le amministrazioni locali. E le telecamere installate lungo alcune strade complanari - due, proprio accanto alla statale 16, non hanno impedito lo scempio - servono a poco o nulla se non sono collegate a un centro per visionare le immagini e risalire ai responsabili degli abbandoni. Nonostante ciò, la videosorveglianza è ritenuta un buon deterrente e la Provincia è pronta a investire in nuove telecamere lungo le vie per il mare. Con quale denaro? Ed è sulle risorse che, a Palazzo dei Celestini, si accende il dibattito politico. «Da una parte uno scenario inqualificabile delle strade provinciali, dall’altra una tassazione alle stelle. Il presidente Antonio Gabellone dovrebbe spiegare ai salentini come mai i tributi provinciali, dalla Rc auto all’Ipt, siano stati portati alla massima percentuale consentita dalla legge, quando lo stato di decoro e sicurezza di strade e rotatorie è sempre più desolante» attacca il consigliere provinciale Udc, Nunzio Dell’Abate. 
«Dovrebbe spiegare anche - insiste - come siano stati impiegati i sei milioni e mezzo di euro incassati con le multe degli autovelox nel solo 2015 e come intenda utilizzare le somme, ancora più consistenti, che stanno confluendo nel bilancio provinciale di quest’anno per la stessa causale. Non dovrebbe dimenticare che si tratta di denari per legge destinati al miglioramento della viabilità e tutela ambientale». 
Oltretutto, come svela proprio Dell’Abate, la Provincia ha aumentato il numero delle postazioni autovelox proprio nel mese di agosto, «invece che prevedere - sottolinea il consigliere - almeno una telecamera di videosorveglianza nei punti più sensibili di abbandono di rifiuti. Gabellone ci dica quali sono state le strategie studiate per tempo e gli strumenti messi in campo nella stagione estiva, che volge già al termine, per contenere, se non proprio debellare, il fenomeno dell’inquinamento stradale. Solo dopo aver sciolto motivatamente queste riserve, additi responsabilità ed inefficienze a Regione e Governo. Faccia mea culpa sui danni all’immagine e, di riflesso, all’economia che una viabilità così deturpata arreca in modo indelebile».
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