San Cataldo, darsena inagibile: arriva il parco boe

La darsena di San Cataldo
La darsena di San Cataldo
di Alessandra LEZZI
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Giovedì 10 Marzo 2016, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 14:04
Le finte bare e i manifesti funebri e le candele che nell’estate del 2015 rappresentarono la protesta più eclatante e al contempo più triste messa in atto dai pescatori di San Cataldo non hanno di certo portato bene alla darsena e al settore pesca di una marina identificata, da più parti, come il gioiello di punta del capoluogo salentino. I mesi sono trascorsi e le alghe hanno invaso quel tratto di porticciolo. L’estate scorsa neanche una barca è potuta uscire in mare, neanche un turista ha potuto attraccare. E tra polemiche e disagi, la notizia di un riammodernamento dell’approdo, grazie a un finanziamento di oltre 3 milioni e mezzo di euro, trova un entusiasmo appassito non solo dalle delusioni ma dalla consapevolezza che passeranno anni prima che il mega progetto possa vedere la luce. 
 
A risollevare il morale di operatori turistici, commercianti – i pochi rimasti – e titolari degli stabilimenti balneari potrebbe però essere un’idea dell’assessore al patrimonio di Palazzo Carafa, Attilio Monosi. «Una sorta di sfogo stagionale, un elemento sostitutivo di una darsena al momento già inagibile e destinata – ricorda – a restare chiusa dal momento della cantierizzazione fino al termine dei lavori. Un modo pratico e veloce di riportare i diportisti nella marina». Si tratta di un mini parco boe: grazie a dei galleggianti si delimita un’area lungo il litorale, si butta in mare un certo numero di boe collaudate per sorreggere il peso delle imbarcazioni ed ecco un piccolo porto pronto in poche settimane. I costi sono accessibili. «Ho fatto un mio studio, ci penso da ottobre – racconta Monosi – dovremmo farcela con qualche decina di migliaia di euro.
Fondi in parte recuperabili chiedendo, come si fa in tutti i porti, un importo da stabilire ai titolari delle barche». La giunta ci deve ragionare su, nulla ancora di ufficializzato. È chiaro che il contributo della Regione risulterebbe determinante in termini burocratici. «Se accelerano nelle pratiche possiamo essere pronti il primo di giugno», garantisce l’assessore. Idee chiare anche su dove posizionarlo: nelle acque antistanti il molo di Adriano. I posti barca dovrebbero essere una trentina ma Monosi punta a farsene autorizzare almeno un centinaio. 
A fronte di ciò appare però evidente che il settore pesca a San Cataldo è definitivamente destinato a morire. Almeno per i prossimi anni. Il rimborso che Palazzo Carafa ha fatto avere ai pescatori sembra almeno per ora aver chiuso la questione, tanto che molti pescatori si sono spostati verso San Foca perché cantierizzare la darsena significa non accedervi per qualche anno. Del resto già ora, causa alghe e non solo, è ufficialmente stata dichiarata inagibile. «Vedere le condizioni in cui queste persone provano a lavorare ogni mattina è scandaloso – l’ira in un post su Facebook del capogruppo Pd Paolo Foresio -. Non è possibile che si riducano in questo stato togliendo loro la dignità, in fondo vorrebbero solo lavorare». E quella voglia di non mollare Foresio la racconta con delle foto, dove però si vedono pescatori che tentano dalla darsena di uscire in mare con dei gommoni dopo aver spostato le alghe. Un’idea che proprio non combacia con la dichiarazione di inagibilità di quel porticciolo. E che potrebbe portare non pochi nuovi guai a chi, tutto sommato, non sa davvero in che altro modo barcamenarsi per portare il pranzo a casa. 
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