Salento, controllava la moglie con un gps: «Devi stare a cuccia, devi stare a posto tuo», 56enne a processo per stalking

A causa dei comportamenti dell'uomo, la donna sarebbe stata costretta a trasferirsi in un'altra abitazione insieme al figlio minorenne

Monitorava la moglie con un gps, «devi stare a cuccia, devi stare a posto tuo»: 56enne a processo per stalking
Monitorava la moglie con un gps, «devi stare a cuccia, devi stare a posto tuo»: 56enne a processo per stalking
di Pierangelo TEMPESTA
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 19:28

«Devi stare a cuccia, devi stare a posto tuo». E poi un gps nascosto nell'auto per monitorare i movimenti della moglie, accuse di tradimenti, minacce di morte, aggressioni. Queste le accuse per un 56enne di Surbo, rinviato a giudizio per maltrattamenti, stalking e lesioni personali aggravate. 

L'uomo, già raggiunto da un divieto di avvicinamento alla persona offesa, sin dal 2018 in più occasioni avrebbe maltrattato la moglie, offendendola continuamente e accusandola di tradimenti. Nel luglio del 2021 l'avrebbe aggredita fisicamente, mettendole le mani attorno al collo e causandole alcuni lividi. Avrebbe anche posizionato nell'auto della moglie un gps per monitorarne i movimenti. Proprio grazie al dispositivo, nel novembre del 2022 l'avrebbe seguita fino a San Cataldo, dove la donna si era recata per motivi di lavoro, e avrebbe aggredito sia lei sia un collega (quest'ultimo ferito con un coltello). Avrebbe quindi registrato un filmato successivamente all'aggressione, inviandolo al figlio come prova, a suo dire, del tradimento della moglie, e aggiungendo la frase «Ancora non l'ho uccisa». Avrebbe quindi danneggiato le auto di entrambi forandone le gomme.

La donna costretta a trasferirsi

A causa dei comportamenti dell'uomo, la donna sarebbe stata costretta a trasferirsi in un'altra abitazione insieme al figlio minorenne.

Ma questo non sarebbe bastato a fermare i comportamenti persecutori del 56enne, che, anzi, avrebbe continuato a inviare messaggi minatori e offensivi, fino ad arrivare a bloccare la donna all'uscita di un centro commerciale e a minacciarla di morte. Comportamenti che l'uomo avrebbe messo in atto anche nei confronti del collega della donna. 

Per i numerosi episodi contestati, nel giugno del 2023 l'uomo era stato raggiunto da un divieto di avvicinamento firmato dal gip Silvia Saracino. Nelle scorse ore il giudice Anna Paola Capano ha disposto il rinvio a giudizio del 56enne, che dovrà presentarsi il 6 maggio dinanzi alla prima sezione penale del Tribunale di Lecce. Le parti civili (la moglie e il collega) sono assistite dagli avvocati Salvatore De Mitri e Tommaso Stefanizzo, mentre l'uomo è difeso dagli avvocati Federico Martella e Mario Ciardo. 

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