Salento, picchia la figlia per anni e il giudice lo assolve: «Atteggiamento aggressivo per sottrarla dalla droga»

Salento, picchia la figlia per anni e il giudice lo assolve: «Atteggiamento aggressivo per sottrarla dalla droga»
di Pierangelo TEMPESTA
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 20:47

Era stato accusato di maltrattamenti in famiglia, soprattutto nei confronti della figlia, tanto da finire anche ai domiciliari. Ma il giudice lo scagiona: «Atteggiamento aggressivo per sottrarre la figlia dal mondo della droga». Protagonista della vicenda è un uomo di 71 anni originario di un Comune del basso Salento.

Maltrattamenti anche nei confronti della moglie

I fatti per cui sono scattate le indagini sarebbero andati avanti per diversi anni. L'uomo, che rispondeva di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, era accusato di aver sottoposto a continue vessazioni, offese, insulti, minacce e aggressioni fisiche sia la moglie, sia la figlia. Nel 2004 la moglie, a causa delle botte, avrebbe perso l'udito, mentre la figlia sarebbe stata costretta a subire le angherie del padre sin da quando frequentava la scuola media. L'uomo sarebbe arrivato a picchiarla a sangue dal momento in cui aveva scoperto i suoi problemi di tossicodipendenza.

Nell'agosto del 2022, in seguito all'ennesima aggressione fisica (l'avrebbe afferrata per il collo, colpendola con pugni e schiaffi), la ragazza ha denunciato il padre, salvo poi ritirare la querela nel convincimento che gli atteggiamenti aggressivi del genitore sarebbero terminati. Invece, stando all'accusa, la condotta violenta dell'uomo è andata avanti. Il 27 marzo di quest'anno la ragazza sarebbe stata accusata di aver rubato 20 euro dal portafoglio del padre. La madre, intervenuta per difenderla, avrebbe rimediato altre botte. In quell'occasione l'uomo sarebbe arrivato a colpirle entrambe fino a rompere un bastone.

La figlia colpita perfino con una zappa

Ma non è tutto.

Altri episodi sono contenuti nel capo di imputazione. Il giorno successivo l'uomo avrebbe colpito la figlia con una zappa e anche con l'impugnatura di un coltello che la giovane aveva afferrato per cercare di farlo desistere dall'aggressione. Riuscendo a mordere il padre a un dito, la ragazza era riuscita a fermare la sua rabbia, mentre l'abitazione veniva raggiunta dai carabinieri, chiamati dalla madre.

L'uomo era stato arrestato e condotto ai domiciliari in casa del figlio. A suo carico, poi, il gip Sergio Mario Tosi aveva disposto il giudizio immediato. Nei giorni scorsi, il giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Fabrizio Malagnino, ha dichiarato di non doversi procedere nei suoi confronti per il reato di lesioni personali, a causa del ritiro della querela da parte della figlia. Per ciò che riguarda i maltrattamenti, invece, il giudice ha sentenziato che «il fatto non sussiste», assolvendo quindi l'uomo con formula piena. Nel processo è stato difeso dagli avvocati Francesco e Vincenzo Venneri. «È emerso chiaramente - si legge nella sentenza - come l'atteggiamento aggressivo fosse dovuto al suo intento di sottrarre la figlia al tunnel della tossicodipendenza in cui ella era caduta, e alla sua frustrazione per non esservi riuscito negli anni». La conflittualità con la moglie, prosegue il giudice, «era dovuta all'atteggiamento di questa, difensivo nei confronti della figlia». Nella famiglia, si legge ancora, non sembrano essersi originati «quei continui e costanti patimento e sofferenza psichica e fisica, quello stato di soggezione e prostrazione tali da rendere la convivenza insostenibile».

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