Salento: terra di sole, mare, vento e accoglienza. Il popolo salentino è sempre stato in prima linea per dare una mano ai meno fortunati. Durante la terribile guerra che sta colpendo l'Ucraina in questi giorni, la macchina della solidarietà si è messa in moto sin da subito anche nel Leccese. Da Galatina, però, arriva una storia diversa, fatta di solidarietà sì, ma bloccata dalla farraginosa macchina burocratica che, di fatto, sta ostacolando chi vuole fare del bene. Ma andiamo per ordine: a Galatina c'è il Dinamiko Viallage, un villaggio sociale gestito dall'associazione "Portatori sani di sorrisi" che si pone l'obiettivo di regalare in estate sette giorni di relax e puro divertimento a tutte quelle famiglie che, purtroppo, hanno dovuto affrontare lungodegenze per malattie tumorali infantili o per quelle famiglie con bambini affetti da disabilità.
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Il villaggio
Questo villaggio è il luogo ideale in cui la famiglia possa mettere da parte ansie e problemi per condividere un programma fatto di emozioni senza fiato. Insomma, un luogo sognato dalle famiglie che hanno visto il proprio figlio relegato per troppo tempo nelle mura ospedaliere. Con l'arrivo della guerra in Ucraina, l'associazione si è resa sin da subito pronta ad accogliere bambini e famiglie ucraine: «Abbiamo inviato formale richiesta in Prefettura, alla Caritas e a tutti gli organi competenti» ha dichiarato Pierangelo Muci, presidente dell'associazione, ma qualcosa è andato storto: «Da circa venti giorni siamo in attesa di una risposta.
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Abbiamo creato una rete solidale per queste persone, non solo donando un tetto nella struttura sociale Dinamiko, ma anche pianificando tutto il sostegno di volontari qualificati per l’accoglienza e l’inserimento sociale, altrettanto importante. È pronta anche una rete di famiglie e di associazioni che nella struttura saranno pronte a donare calore e supporto concreto a questa gente, come in una famiglia allargata. Siamo pronti, ci serve solo l'autorizzazione». Insomma un piccolo intoppo burocratico che, se risolto, potrebbe regalare un tetto per qualche famiglia e far tornare sul volto dei bambini un sorriso, quel sorriso che la guerra gli ha portato via.
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