Salento e diportismo “a secco”: non ci sono più posti barca

Salento e diportismo “a secco”: non ci sono più posti barca
di Antonella MARGARITO
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Sabato 4 Giugno 2022, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 12:20

La richiesta? Di gran lunga superiore all'offerta. Gallipoli soffre intensamente della penuria dei posti barca, malgrado il diportismo sia schizzato alle stelle. In modo particolare dal tempo del Covid. Un vecchio proverbio così recitava: a barca disperata, Dio trova il porto, dappertutto forse, ma non a Gallipoli, dove la carenza del fatidico posto barca è sentitissima. Lo si cerca col lanternino e quando finalmente si è riusciti a trovarlo ci si sente come aver vinto alla lotteria.

I posti disponibili

Sono sette le darsene disponibili nella cittadina ionica con dei numeri di posti che variano dai 200 di Porto Gaio, all'ingresso della città, ai 100 circa di Portolano su Lungomare Marconi, dove insistono anche la darsena Fontanelle, l'Assonautica e la Bleu Salento per poi passare al Circolo della Vela e alla Lega Navale.

Qui, oltre ai classici ormeggi da diporto si può fare anche scuola vela. A voler sommare le varie disponibilità però, Gallipoli sembra non superare i 900 posti barca mentre gli addetti ai lavori affermano con convinzione che se ce ne fossero due volte tanti probabilmente non basterebbero ancora.

Naturalmente quando si parla di posti barca occorre anche fare un distinguo. Ci sono darsene che hanno un buon numero di ormeggi ma per barche con una stazza inferiore, ovvero fino a 12 metri, ci sono darsene che all'interno del loro numero di ormeggi possono accogliere anche imbarcazioni superiori ai 24 metri, quelle che gli addetti ai lavori considerano navi e quindi i grandi e lussuosi yacht, i quali abbisognano anche di tutta una serie di servizi particolari e per Gallipoli parliamo di Bleu Salento e Porto Gaio. Ogni darsena deve inoltre riservare un dieci per cento di posti per il transito e anche qui la richiesta per Gallipoli pare essere davvero abnorme rispetto all'offerta.

Una perdita per l'indotto

Tanti gli yacht che non trovando posto sono costretti a cambiare rotta; una perdita non da poco per la cittadina e per tutto l'indotto che lavora intorno al diportismo. Ma a Gallipoli e dintorni, negli ultimi due anni, la febbre della barca ha contagiato più del Covid. Perché proprio al Covid è legata, dal momento che sono state tante le famiglie che pur di non andare in spiagge affollate hanno investito i loro risparmi nell'acquisto di una barca per poter vivere l'estate in assoluta sicurezza. E così mi faccio la barca e di conseguenza produco maggiore richiesta di ormeggi annuali. «È più semplice trovare il classico ago nel pagliaio piuttosto che un posto barca per tutto l'anno qui a Gallipoli- dice Pierpaolo Pagliarini, presidente del Circolo della Vela - in questo senso Gallipoli vive una vera penuria. Ed è davvero un peccato perché intorno ad ogni posto barca c'è un indotto al quale si dà lavoro. Immaginiamo la manutenzione dello scafo , quella del motore, l'acquisto degli accessori e via dicendo. Il diportismo nautico è un vero e proprio volano per l'economia locale e ormai non si parla soltanto di una situazione che coinvolge il periodo estivo ma tutto l'anno».

E un posto barca per tutto l'anno lo richiedono pure diportisti provenienti da diverse zone della Puglia ma anche di altre regioni. Appassionati che vorrebbero buttare l'ancora a Gallipoli e da qui fare le proprie vacanze e/o organizzare i vari tour. «Certamente - spiega Antonio Manno responsabile della darsena Bleu Salento e presidente della cooperativa servizi nautici di ormeggio - tanti yacht dall'Adriatico preferiscono venire qui perché, a parte la bellezza del nostro mare e della costa, Gallipoli non crea mai problemi di uscite in barca, la sua caratteristica è quella che a secondo dei venti si può navigare con la prua a scirocco oppure a tramontana e non si perde un colpo. In più offre baie dove fermarsi, godersi la giornata, fare il bagno in sicurezza, insomma non è facile trovare in un solo posto tutte queste peculiarità». Manno sottolinea quello che è il problema del transito di qualità dato che, come detto prima forte è la richiesta di questo settore. «È un problema che forse i politici non hanno mai voluto davvero affrontare- dice- quando qui arriva un'imbarcazione di lusso che sia a vela che sia uno yacht, un panfilo che dir si voglia, ci viene richiesta la qualità. Arrivano e chiedono subito un fioraio e poi il parrucchiere, l'estetista, il gioielliere, la boutique, il ristorante di lusso, e persino la baby sitter, oltre ai servizi legati al diporto ma di alto livello. È davvero un peccato». Gallipoli e le sue occasioni perdute.

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