Salento, rischio crollo a Porto Badisco: bagni vietati

Interdetti i bagni a Porto Badisco
Interdetti i bagni a Porto Badisco
di Elio PAIANO
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Sabato 5 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 06:46

La Grotta della Poesia, le grotte di Leuca, la baia di Porto Miggiano a Santa Cesarea, i faraglioni di Sant’Andrea, la caletta del Mulino d’Acqua e le Grotta Monaca, i tratti più belli del Salento stanno diventando progressivamente luoghi in cui è vietata la balneazione. 
E ora si aggiunge anche Porto Badisco (e non solo) al lungo elenco.

L'ordinanza

L’ordinanza della Capitaneria di Porto di Otranto è dello scorso 25 maggio e dispone per Porto Badisco e Spiaggia di San Nicola il divieto fino ad una distanza di metri 30 dal tratto di costone roccioso a picco sul mare di: navigazione, sosta e ancoraggio di tutte le unità navali in genere; balneazione, pesca professionale e/o sportiva con qualunque tecnica nonché l’espletamento di qualsiasi attività subacquea e di superficie connessa agli usi del mare. Gli stessi divieti - ma fino ad una distanza di 50 metri - per la Grotta del vento e la Palascia.
Il motivo è il rischio crollo della falesia sollecitata dai cambiamenti climatici e dall’erosione. La decisione è un fatto molto tecnico e deriva dalle prescrizioni del Piano di assetto idrogeologico elaborato dalla Regione Puglia. Questo Piano intende prevenire i rischi legati alle fragilità del territorio, per evitare incidenti e situazioni di rischio. Da tale previsione, emerge la classificazione dell’intensità del rischio. Il più alto è il cosiddetto Pg3 per cui la Capitaneria ha compiuto una sorta di atto dovuto, conseguente al rischio elaborato. Infatti, la parte nord della costa di Otranto presenta diverse interdizioni come nella zona del Mulino d’Acqua, della Grotta Monaca, etc.

Le aree interdette

Tuttavia, esiste una differenza tra le due aree, poiché la roccia della parte nord è calcarenitica ed ha presentato numerosi casi di crollo, anche con tragiche conseguenze, come la morte del turista che precipitò nei pressi di Sant’Andrea
Mentre la zona sud presenta una roccia calcarea e compatta che, sinora, non ha dato mai problemi. Quindi, le previsioni fatte per zone delicate come la Grotta della Poesia (che è il caso più celebre) oppure per la spiaggia di Porto Miggiano, richiedono, in effetti, interventi drastici per ridurre il rischio. Insomma, se si dovesse procedere con una valutazione automatica la costa andrebbe interdetta in moltissimi tratti fino a Leuca. 
E adesso, come detto, è arrivata l’interdizione della baia di Porto Badisco che resterà fruibile solo nel tratto della “spiaggetta” e del “fortino”. 

Il sindaco di Otranto


Su questa situazione il sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi è fiducioso circa il fatto di giungere ad una soluzione. «Nelle altre zone in cui si sono, effettivamente, verificati crolli, in cui le situazioni di rischio sono concrete, siamo intervenuti in sinergia con la Capitaneria di Porto inibendo anche l’accesso a terra con barriere e cartellonistica - dice il primo cittadino -. In questo caso specifico, quello di Porto Badisco, il Comune di Otranto metterà a disposizione un geologo specialista, che conosce il territorio, il quale con ispezioni dirette verificherà l’effettiva esistenza del rischio. Se si dovesse riuscire a dimostrare che il rischio è molto basso, si cercherà di rivedere le perimetrazioni che negano la possibilità di balneazione. Lunedì è previsto un sopralluogo comune tra Capitaneria e tecnici del Comune di Otranto, con il geologo, per comprendere se sia possibile rivedere i livelli di rischio e, di conseguenza, i relativi divieti di utilizzo dei tratti di costa».
Insomma, una verifica tecnica per vedere se si potrà restituire la balneazione a Porto Badisco. Per ora, oltre a Porto Badisco, sono interdette la Grotta del vento, le aree del Faro di Palascìa, del Canale Scuro, della Baia dell’Orte e delle Cave, presso la Spiaggia San Nicola.

A queste vanno sommate le altre già esistenti nelle località a nord dove i crolli si susseguono, come alla celebre “Grotta del Mulino d’Acqua” (che è in parte crollata pochi mesi fa). La parte urbana, invece, presso la Madonna dell’Altomare e presso il Bastione dei Pelasgi è stata oggetto di un grande progetto di consolidamento che è costato milioni di euro di fondi europei, proprio per salvaguardare la parte storica della città di Otranto.

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