Resort sul lungomare Vespucci: la svolta mancata. Il sindaco al centrosinistra: "Colpa vostra". Ed è polemica

L'edificio da abbattere sul lungomare Vespucci
L'edificio da abbattere sul lungomare Vespucci
di Paola ANCORA
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Martedì 1 Marzo 2016, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 14:04
«Guardate i verbali dei lavori di quel Consiglio comunale e poi ne parliamo». Il sindaco Paolo Perrone ha risposto così all’imprenditore e presidente Laica Roberto Fatano, che ha chiesto conto, ieri nel corso del tavolo tecnico convocato a Palazzo Carafa sulle marine, del progetto per trasformare il rudere affacciato sul lungomare Vespucci a San Cataldo in un resort con centro benessere. «Vorremmo capire - ha detto Fatano - se esistono ostacoli amministrativi che possono essere rimossi per la realizzazione di quell’opera».
E il primo cittadino ha puntato il dito contro la minoranza di centrosinistra: «L’intervento proposto dall’imprenditore Maurizio Guagnano (presente ai lavori di ieri ndr) - ha detto Perrone - è stato approvato dalla maggioranza del Consiglio un anno e mezzo fa».
 
«Ma su quel progetto - ha continuato - c’è un’indagine della magistratura e ritengo che l’imprenditore abbia ritenuto di sospendere l’iniziativa fino alla fine delle indagini, per capire se è stato commesso qualche errore nell’iter amministrativo. Noi, comunque, abbiamo fatto quello che dovevamo. In quel Consiglio ci sono state illazioni e critiche, finite poi anche nell’inchiesta della magistratura. E così siamo in questa situazione, che dipende anche dall’indole di certe personalità. Andate a vedere i verbali dei lavori di quel Consiglio e poi ne riparliamo». «Piccole miserie» ha commentato, a chiudere, lo stesso Fatano. Ma il faro della Procura si accese per via di un pasticcio su una delega alla partecipazione e al voto in commissione Urbanistica che vide coinvolti due consiglieri di maggioranza, Rocco Ciardo e Roberto Martella. Poi arrivarono anche le critiche e le proposte dell’opposizione, perché al progetto del privato si affiancasse anche la realizzazione di piste ciclabili e aree a verde e per il posizionamento dei parcheggi a servizio di quel resort, atteso che, nelle immediate vicinanze del lungomare, non c’è spazio a sufficienza.
Critiche dal centrosinistra per il tavolo di ieri, ma non ancora sul nodo “resort”. Di uno «pseudo-tavolo tecnico» parla il capogruppo Pd Paolo Foresio. «L’amministrazione si preoccupa delle marine dopo nove anni di governo Perrone e dopo circa 19 anni delle stesse forze politiche e a meno di un anno dalle elezioni. In una città normale, a questo punto del cammino - incalza Foresio - si analizzano le cose fatte, si tirano le somme. Invece, se non fosse stato per l’iniziativa del 13 marzo del comitato “I guardiani del Farò” non si sarebbe fatto neanche questo pseudo-tavolo tecnico, durante il quale abbiamo sentito assurdità, fuffa e neanche un impegno concreto».
E mentre si avviano tavoli tecnici e confronti, Lecce Città Pubblica, per voce dell’architetto Rita Miglietta, segnala che l’amministrazione ha perso milioni di euro da destinare alle marine semplicemente per non aver risposto a un bando regionale. «La Regione - spiega Miglietta - ha individuato con il Pptr un elenco di 16 Paesaggi Costieri ad Alta Valenza Paesaggistica, da sottoporre, prioritariamente a progetti di riqualificazione e valorizzazione. Fra questi, anche le marine di Lecce. Ma la città capoluogo è rimasta fuori dal pacchetto di finanziamenti perché è priva di un ambito di rigenerazione individuato al suo interno. La Giunta non ha considerato il suo litorale come area d’intervento prioritaria. Dopo quell’avviso la Regione ha messo a disposizione 1.400.000 euro per la promozione di concorsi di progettazione, supportando i Comuni nell'affinamento della progettazione dei loro litorali. I concorsi si sono conclusi, i progetti verranno realizzati». Ma a Melendugno, Gallipoli, Ugento e Andrano, non a Lecce.
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