Porto Miggiano, una profonda crepa nella falesia: allerta massima per bagnanti e barche

Porto Miggiano, una profonda crepa nella falesia: allerta massima per bagnanti e barche
di Donato NUZZACI
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Martedì 24 Agosto 2021, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 13:40

Una lesione sulla falesia di Porto Miggiano rilancia l’allerta crolli e richiama l’attenzione di bagnanti e proprietari di barche del vicino porticciolo. Una crepa sempre più profonda nella scogliera della baia di Santa Cesarea Terme, nel Basso Adriatico, in un tratto del Salento - bellissimo, ma fragile - che si sgretola sempre di più. Cinque aree già interdette ai bagnanti qualche centinaia di metri più a nord, in uno dei litorali più “tribolati”. Che fa il paio, ormai da quasi dieci anni, con quello altrettanto a rischio crolli tra le marine di Melendugno e le falesie a nord di Otranto. 

L'emergenza


Santa Cesarea Terme, dunque. L’emergenza riparte da qui. Da una foto fatta dall’alto che, pubblicata qualche giorno fa, ha provocato polemiche e, ovviamente, una serie di appelli di intervento rivolti alle istituzioni e alle autorità competenti. La falesia lesionata, come si diceva, si trova pressoché a metà tra il porticciolo e la spiaggetta incastonata nella roccia in una zona da anni già interdetta alla balneazione. Altro nodo, altro rischio. Con i bagnanti che ignorano i divieti mettendo a rischio la propria incolumità.
Dal Comune l’amministrazione fa sapere che è previsto un sopralluogo dei tecnici, affiancati da alcuni geologi, finalizzato ad approfondire i fatti. Intanto l’episodio ha fatto tornare in città al centro del dibattito il problema delle falesie e delle discese a mare e queste nuove preoccupazioni vanno ad aggiungersi alle vicende legate alla messa in sicurezza della spiaggetta pubblica di Porto Miggiano.

La polemica politica

«Occorre un piano di monitoraggio e di sicurezza della baia, anche attraverso soluzioni tecnologiche che potrebbero in tempo reale evidenziare lo stato delle falesie, non si può più rinviare ancora - spiegano dall’opposizione consiliare di Costruiamo insieme il futuro e Movimento Regione Salento -. Ricordiamo al sindaco e alla maggioranza che i lavori per la messa in sicurezza dell’accesso alla spiaggetta pubblica sono argomento differente da un piano di sicurezza dell’area per il quale gli stessi amministratori prevedevano nel 2018 un monitoraggio annuale nel Piano comunale Coste (Pcc)». I lavori per la messa in sicurezza della “Scala dei 100 gradini” che conduce alla spiaggetta di Porto Miggiano, sono stati programmati per la fine della stagione estiva, come spiega il sindaco Pasquale Bleve: «Aprire il cantiere ad agosto avrebbe messo in difficoltà le strutture turistiche e ricettive della zona.

Sorgono anche dei camping vicino alla baia, per questo abbiamo deciso di spostare i lavori già appaltati alla fine dell’estate. Ovviamente di pari passo l’ufficio tecnico comunale predisporrà anche un piano di sicurezza e monitoraggio finalizzato a mettere sotto controllo l’area riducendo il rischio per la pubblica incolumità».

Il sequestro e le prescrizioni

La decisione è scaturita dopo il via libera a luglio arrivato dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale che ha indicato una serie di prescrizioni a cui l’amministrazione di Santa Cesarea si dovrà attenere nella fase esecutiva di ripristino dei luoghi d’accesso ad una delle discese più suggestive della provincia, oggetto di un sequestro giudiziario alcuni anni fa e poi riconsegnata dai giudici al Comune. «Considerato che la realizzazione degli interventi potrebbe consentire un più agevole accesso ad aree riconosciute a pericolosità idrogeologica molto elevata, si evidenzia - aveva scritto l’Autorità di Bacino - la necessità che il Comune ponga in essere le imprescindibili misure per garantire la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. Si raccomanda dunque l’attuazione di un piano di prevenzione al fine di ridurre le conseguenze negative per la salute umana derivanti dal verificarsi di fenomeni di dissesto idrogeologico». Nel testo dell’Autorità si legge ancora che «laddove sono riconosciuti pericoli naturali correlati a fenomeni di rischio idrogeologico in aree non perimetrate nel Pai (cioè nel piano di assetto idrogeologico), è ugualmente necessario, in tali aree, definire e porre in essere da parte delle amministrazioni con responsabilità di protezione civile, misure per la salvaguardia dell’incolumità delle popolazioni e dei beni presenti». 

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