Pensionato ucciso dopo la rapina. L'imputato chiede perdono in aula

L'aula dove si svolge il processo
L'aula dove si svolge il processo
di Roberta GRASSI
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Martedì 7 Novembre 2023, 19:25

«Non ero in me, ero sotto effetto di stupefacenti. Esprimo tutto il mio dispiacere». A scrivere è Antonio Esposito, uno dei quattro imputati nel processo per la morte di Donato Montinaro, il pensionato ed ex falegname 75enne brutalmente ucciso a Castrì nel giugno dello scorso anno, in seguito a una rapina.

Pensionato ucciso, l'imputato chiede scusa

La missiva è stata letta ieri dall’uomo, in forma di dichiarazioni spontanee, nell’aula bunker del carcere d Borgo San Nicola, dinanzi alla Corte d’Assise di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Cinzia Vergine). Il dibattimento è infatti entrato nel vivo con l’ascolto dei primi testi. È stata dichiarata capace di intendere e volere Patrizia Piccinni, che era stata sottoposta a perizia. 

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Le scuse alla sorella della vittima


Esposito, difeso dall’avvocato Luca Puce, ha voluto palesare tutto il proprio rammarico, rivolgendosi alla sorella della vittima per chiedere perdono: «Spero non vi dispiacerà sentire queste righe che ho deciso di scrivere per esprimere tutto il mio massimo dispiacere e pentimento per quello che è accaduto la sera del 10 Giugno 2022 presso l’abitazione di suo fratello; so che non ci possono essere parole per quello che è successo e so anche solo sperare che lei possa perdonarmi è praticamente impossibile, ma volevo solo dirle che da quel giorno anche la mia vita è totalmente cambiata.

Non dal giorno del mio arresto sia chiaro ma proprio da quella sera maledetta nella quale non ero in me, ero completamento sotto effetto di sostanze stupefacenti ed era il periodo più brutto della mia vita. In quel periodo, infatti, non facevo altro se non drogarmi, caduto come ero dopo la separazione da mia moglie nel tunnel della più profonda tossicodipendenza e l’unica mia preoccupazione giornaliera era quella di trovare la droga da farmi». 


«So bene - ha detto ancora - che a lei di tutto questo non importerà granché, ma volevo dirle solo, che quella sera, non ho mai pensato, neanche per un minuto, che suo fratello potesse morire; una volta andati via, volevo anche tornare indietro, ma perché pensavo che non era giusto che rimanesse così legato fino alla mattina dopo; ancora oggi non mi spiego come abbiamo potuto fare tutto quello che gli abbiamo fatto, purtroppo c’era tanta paura e con la testa proprio non ci stavo». 
Infine: «Se potessi tornare indietro, le posso assicurare, mai più farei quello che ho fatto ma col senno di poi, dirà lei, tutti siamo bravi. Mi spiace per tutto il dolore provocato; a lei ed a sua nipote che ho letto che non sta purtroppo tanto bene. Chiedo perdono a tutte e due». 

Gli altri imputati


Oltre a Patrizia Piccinni (avvocato David Alemanno) e Antonio Esposito (difeso da Luca Puce), gli imputati sono Angela Martella (avvocato Silvio Verri) ed Emanuele Forte (difeso da Marco Maria Costantino). I quattro sono di Salve, Alessano e Corsano. Rispondono di concorso in omicidio volontario, aggravato dall’aver agito in più persone riunione, di aver posto la vittima in stato di incapacità ad agire, di aver commesso il fatto in una dimora privata e ai danni di un ultrasessantacinquenne. La pubblica accusa è sostenuta dal pm Maria Consolata Moschettini, le indagini sono state svolte dai carabinieri. 
Si tornerà in aula il 5 dicembre per l’ascolto di altri testi dell’accusa. 

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