Clima teso a Nardò nella giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione. E basta un lapsus della vice sindaca Maria Grazia Sodero, intervenuta al posto del sindaco Pippi Mellone ancora una volta assente alle celebrazioni istituzionali, per accendere ancora una volta la polemica.
Le celebrazioni a Nardò
Le manifestazioni per la celebrazione per il 77° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, a Nardò sono state due, come ormai da diversi anni succede: una istituzionale organizzata dall’amministrazione comunale e una alternativa organizzata dalla sezione neritina “Giuseppe Carrino” dell’Anpi.
È stato nel corso della manifestazione istituzionale, in piazza Salandra, davanti al folto pubblico composto dalle associazioni d’arma, amministratori e cittadini, che alla vice sindaco Maria Grazia Sodero (che sostituiva il sindaco Pippi Mellone per il sesto anno consecutivo assente alle celebrazioni) è sfuggito un lapsus: «Torniamo ad onorare la Festa della Liberazione –ha detto la vice sindaca- con la fierezza e l’orgoglio per un anniversario, quello della liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione … comunista… che fece tornare il nostro paese nell’alveo delle nazioni libere e democratiche e che è fondamento dello Stato repubblicano».
Le scuse di Sodero
La parola sfuggita erroneamente dalla bocca dell’assessora Sodero, completamente avulsa dal resto del discorso, in un primo momento sembrava essere passata inosservata. E d’altra parte, poco prima lei stessa aveva deposto una corona in ricordo di Giacomo Matteotti, don Giovanni Minzoni, Giovanni Amendola e dei martiri delle Fosse Ardeatine e nel suo breve discorso, aveva aggiunto: «Quella di oggi è un festa di tutti, come ribadito in questi giorni dalla senatrice Liliana Segre. Questa festa è nostra. Nel 25 aprile c’è il sangue della Repubblica italiana». Insomma, la posizione “anti fascista” sarebbe dovuta essere chiara.
Ma così non è stato.
Le scuse
Ma già nel pomeriggio di lunedì, la vice sindaco Maria Grazia Sodero, in un post sui social accompagnato dal video del suo intervento in piazza, aveva corretto l’errore: «Per un banale lapsus, invece di “nazista”, ho detto “comunista”, che ovviamente non ha alcun senso logico o storico. Questo è. Del resto, basta ascoltare il discorso nella sua interezza per afferrarne il senso chiaro e univoco. Al di sopra di ogni lapsus. Chi in queste ore sta facendo acrobazie ideologiche per giungere chissà dove, -conclude la vicesindaco- è in malafede. Oltre che disperato».
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