Ecco il grande “monumento” per celebrare a Lecce i 200 anni della Cavalleria. Anteprima video

Ecco il grande “monumento” per celebrare a Lecce i 200 anni della Cavalleria. Anteprima video
di Maurizio TARANTINO
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Lunedì 11 Settembre 2023, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 21:26

Un’opera ovale di 650 metri quadri per celebrare il bicentenario della Cavalleria. Un’opera che non dimentica il passato (riprendendo l’ovale di Sant’Oronzo) ma che si proietta nel futuro, bianca e moderna. Al centro il cingolo di un carro armato, sovrastato da un cipresso.
Il monumento, che sarà inaugurato il prossimo 29 settembre, sorgerà a Lecce in una rotatoria abbandonata, all’incrocio tra viale Grassi e viale della Repubblica al confine tra i quartieri San Pio e Ferrovia.

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L'intervento 


Si tratta di un’architettura realizzata in collaborazione tra Anac, l’associazione nazionale arma di Cavalleria e Anci, sezione di Lecce e l’Anci, l’associazione nazionale arma carristi italiani, dal costo complessivo di 100mila euro nell’unica città italiana che ospita la sede nazionale della Scuola di Cavalleria.
L’intervento progettato dallo studio iArchitettura di Alfredo Foresta con gli architetti Lorenzo D’Elia, Tiziana Panareo e Simone Schimera, e finanziato da R.I.

spa di Trepuzzi e con il contributo associazione volontari italiani del Sangue di Lecce, è un simbolo d’arte che si inserisce in un panorama urbano periferico, pronto a vivere una stagione di riqualificazione nell’ottica di una sperimentazione ideata da Foresta, promossa dal direttivo Anac e voluta dal generale Claudio Dei e che vedrà, a breve, la realizzazione anche del museo della Cavalleria lungo il muro della caserma Zappala.

Il monumento


Il monumento del bicentenario rimarrà per dieci anni nella disponibilità dei committenti, salvo poi diventare bene di proprietà dell’amministrazione comunale di Lecce.Il logo ha assunto un significato speciale, figlio di un preciso disegno architettonico. Si tratta della proiezione geometrica della costruzione dell’ellissi, dove i raggi della costruzione diventano le direttrici dove andare a scrivere e proiettare dal foglio all’immaginario collettivo il significato del bicentenario. È quasi un logo che da una parte si inserisce nella tradizione barocca che ha la sua espressione nell’ellisse, mentre i raggi proiettati verso l’osservatore rappresentano un’immagine futurista. L’epigrafe che sarà realizzata sull’installazione reciterà: «L’impronta mai doma, risponde presente all’Amor di Patria».
 

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