La Caritas pagherà visite e bollette ai poveri

La Caritas pagherà visite e bollette ai poveri
di Angela Natale
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Mercoledì 20 Gennaio 2016, 10:51
Fondo famiglia per i leccesi poveri e assistenza (anche diurna) ai clochard ammalati. Sono due delle “opere segno della misericordia” con cui la Chiesa di Lecce, con la Caritas diocesana, contribuisce all’Anno santo della misericordia. Nel nome degli insegnamenti di Papa Francesco.

Il fondo famiglia si ripropone di venire incontro a quei nuclei familiari che, per i più disparati motivi, si trovano in condizioni di estremo bisogno: sfratto, perdita del lavoro, malattie, persecuzioni, ingiustizie sociali. E’ a loro che la Chiesa locale guarda e risponde con atti concreti agli incessanti appelli di Papa Francesco in favore della solidarietà alle persone più fragili, vulnerabili e segnate, nel cuore e nel fisico, dallo stato di bisogno. Il fondo c’è, e sarà incrementato durante l’anno della Misericordia grazie all’8 per mille e alla generosità delle famiglie abbienti: non c’è un plafond fisso, dunque, perché la Caritas - d’intesa con la Curia di Lecce - intende implementarlo ogni volta che ce ne sarà necessità. Con la possibilità che vi confluiscano anche le offerte dei volontari e dei fedeli destinate, appunto, alle opere di carità.

Il sostegno ai bisognosi sarà stabilito caso per caso e sarà strettamente legato alle necessità del momento: un aiuto economico, ovviamente. Può essere il corrispettivo di una bolletta dell’energia elettrica da pagare urgentemente o dell’affitto di casa da elargire specie a chi è in odore di sfratto. Oppure una visita medica che, altrimenti, una famiglia particolarmente bisognosa faticherebbe a pagarsi.

La selezione avverrà rispetto ad alcuni parametri che tengano conto sia del reddito, sia del numero dei componenti il nucleo familiare. «Si vedrà caso per caso», spiega don Attilio Mesagne, direttore della Caritas diocesana di Lecce. Anche per quanto riguarda la durata dell’assistenza. Con questo intervento la Curia di Lecce diventa una sorta di pronto soccorso sociale che «dà assistenza, dignità, fiducia e speranza alle tante famiglie che a Lecce vivono nella precarietà e nell’incertezza».

La Caritas porto sicuro per chi è nel bisogno. «Sono tante le persone singole e famiglie che si imbattono in un percorso di vita caratterizzato dalla precarietà umana e morale più assolute», commenta don Attilio Mesagne, presentando il progetto Gerico”, la a seconda “opera segno di misericordia” incarnata nel quotidiano.

Il nuovo servizio nasce dalla esperienza che la Caritas ha maturato soprattutto negli ultimi tre anni con la Casa della Carità: si rivolge a persone indigenti senza fissa dimora e si ripropone di assicurare ai malati una “Dimissione ospedaliera protetta (Dop), garantendo un posto letto a tutti coloro i quali, italiani e apolidi, in seguito a un ricovero ospedaliero, presentano condizioni temporanee di non autosufficienza e necessitano di un periodo di convalescenza. Per loro la Casa della Carità sarà aperta notte e giorno. Così come avverrà non appena saranno ultimati i lavori di ristrutturazione della casa canonica nella parrocchia di san Massimilano Kolbe di don Antonio Murrone dove sono stati sistemati alcuni vani e dove presto saranno allestiti gli stessi arredi per cercare di aprire al più presto la struttura.

«Un servizio unico in Italia», commenta don Attilio premendo l’acceleratore di una accoglienza che, considerata la forte domanda, ha spinto la Caritas a trovare immediate soluzioni, riadattando così alcune stanze della casa della Carità per i malati convalescenti. A supporto di tali servizi è stato predisposto anche uno “Sportello assistenza” per la ricezione e il coordinamento delle richieste di accoglienza (la segreteria, in corte Gaetano Stella 14, è attiva dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13).

E sono stati avviati altri due progetti: uno rigurda l’assistenza linguistica in arabo, curdo, dari, farsi, inglese, francese, spagnolo, pashtu, polacco, russo, swahili, urdu. L’altro è l’attivazione di un collegamento Skype con i mediatori linguistici grazie al quale offerta e domanda (che può essere un pronto soccorso, una clinica, un associazione di volontariato) segnalano i casi urgenti interagendo anche visivamente. Per non lasciare, dunque, nulla di intentato rispetto alle richieste che arrivano, in questo senso, soprattutto dagli stranieri. Comunità che, ormai anche a Lecce, sono sempre più numerose e che chiedono anche un supporto tecnologico per mettersi in comunicazione con i Paesi di provenienza.
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