Raffiche di kalashnikov nella notte. Clan in guerra?

Raffiche di kalashnikov nella notte. Clan in guerra?
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 5 Aprile 2016, 06:49 - Ultimo aggiornamento: 19:46
Dodici colpi di arma da fuoco sparati nella notte. E a Squinzano torna la paura. Anche perché gli obiettivi sono stati due uomini ritenuti vicino al clan dei fratelli Antonio e Patrizio Pellegrino. Criminalità di alto lignaggio, quindi. E di calibro grosso: i colpi potrebbero essere stati sparati con un fucile mitragliatore Kalashnikov. Un bossolo, infatti, è stato ritrovato dai carabinieri della stazione di Squinzano e del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Campi Salentina.

Era dentro una Fiat Punto rubata nella notte fra venerdì e sabato scorsi, poi abbandonata. Sono stati presi di mira una casa ed una macchina di via Lecce. Ed un’altra abitazione di via Lamarmora. I proprietari e cioè i due uomini che le inchieste “Vortice-Dejà vù” e “Paco” dei carabinieri del Nucleo investigativo (oltre 90 le persone finite sotto processo) hanno collocato nel clan Pellegrino-Notaro, non hanno offerto alcuna collaborazione: nessuna richiesta di intervento delle forze dell’ordine, quanto piuttosto il tentativo di insabbiare tutto.

L’auto, una Fiat Punto, è stata portata in carrozzeria per far richiudere i fori. E sia nell’uno che nell’altro caso i buchi sui muri sono stati richiusi alla meno peggio. Sette i colpi sparati contro la casa di via Lecce, cinque contro l’abitazione di via Lamarmora. Ancora incerta la collocazione temporale, anche per la completa assenza di collaborazione delle vittime: potrebbe essere successo tutto la notte del furto della Punto, come anche nelle due successive. Sta di fatto che il ritrovamento di un bossolo di kalashnikov sta a dimostrare la disponibilità di questa arma micidiale da parte di un gruppo criminale della zona.

Gli investigatori guardano a Squinzano e nei dintorni, cioè nel Nord Salento dove si sono consumate le faide degli ultimi anni fra il clan Pellegrino-Notaro e quello ritenuto riconducibile a Marino Manca. La gestione del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti è stato il motivo scatenante dei contrasti, hanno detto le ultime inchieste. E gli scontri erano saliti talmente di livello da far pianificare anche degli omicidi, poi sventati anche grazie al monitoraggio continuo dei carabinieri dell’evolversi delle dinamiche criminali. E proprio questa evoluzione è uno delle questioni su cui si stanno concentrando le attenzioni degli investigatori: cosa è accaduto negli ultimi mesi, dopo l’azzeramento prodotto dagli arresti dei principali referenti della criminalità del Nord Salento? Sergio Notaro è in carcere, la latitanza dei fratelli Pellegrino è terminata da un pezzo. E a Borgo San Nicola si trova anche un emergente come Roberto Napoletano. Occorre dunque stabilire chi ha dato l’ordine di sparare. Chi l’ha eseguito. E perché.
 
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