Sarà il Consiglio superiore della magistratura, che ha richiesto un parere urgente, a risolvere il problema “Lecce”. Si parla del trasferimento di un singolo magistrato che risulta indagato in un’inchiesta per corruzione e ha chiesto di spostarsi “in prevenzione” alla procura di Bari, cioè del giudice della sezione Commerciale e fallimentare, Pietro Errede, originario di Monopoli. E di una serie di questioni che dovranno ora essere vagliate, dopo che il consiglio giudiziario si è espresso sulla possibilità di un cambio di funzioni (da giudicante a requirente).
Il procedimento per incompatibilità ambientale
Essendo infatti destinatario di un procedimento per “incompatibilità ambientale”, Errede ha potuto formulare una proposta di trasferimento che, se venisse accolta, porterebbe all’archiviazione.
La questione è però rilevante per il Tribunale civile salentino. Travolto da due indagini della procura di Potenza che riguardano entrambe la sezione Commerciale e fallimentare, alle prese con una grave scopertura: mancano 7 giudici.
L'inchiesta di Potenza
Ma, come è noto il procedimento per “incompatibilità ambientale” viene aperto dal Csm nel caso in cui si ravvisi che il magistrato per «qualsiasi causa indipendente da colpa non possa, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità». Quanto alla bufera giudiziaria sul Tribunale Civile di Lecce, le indagini partono da un esposto di Saverio Congedo e Michele Macrì, amministratori giudiziari di due imprese al centro di una articolata vicenda, al culmine della quale era stato poi proposto l’inserimento di un “coadiutore”, persona per l’appunto ritenuta vicina a Errede. Un intero capitolo della ricostruzione del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Lecce è dedicato alla “collana tennis di brillanti” fornita da un consulente, a prezzo di costo. Oltre a Pietro Errede sono coinvolti l’avvocato Roberto Russi; il commercialista Emanuele Liaci; Giuseppe Positano, di Lecce; Antonio Casilli, di Lecce e Rosanna Perricci, di Monopoli, assessore comunale nella sua città. Poi i commercialisti-consulenti Marcello Paglialunga, di Nardò e Giuseppe Evangelista, di Lecce. E Graziella De Masi, di Lecce, assistente giudiziaria della cancelleria del giudici. Corruzione in atti giudiziari, corruzione per un atto contrario ai dover d’ufficio, concussione e turbativa d’asta, le ipotesi di reato a vario titolo contestate. Le difese sono sostenute dagli avvocati Michele Laforgia, Enrico Chirivì, Francesco Vergine, Luigi Covella, Amilcare Tana, Luigi Suez, Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Vetere e Roberto Rella.