Inchiesta sulla Fallimentare, al Csm il caso Errede: nodi e incompatibilità

Il plenum del Csm
Il plenum del Csm
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 19 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:43

Sarà il Consiglio superiore della magistratura, che ha richiesto un parere urgente, a risolvere il problema “Lecce”. Si parla del trasferimento di un singolo magistrato che risulta indagato in un’inchiesta per corruzione e ha chiesto di spostarsi “in prevenzione” alla procura di Bari, cioè del giudice della sezione Commerciale e fallimentare, Pietro Errede, originario di Monopoli. E di una serie di questioni che dovranno ora essere vagliate, dopo che il consiglio giudiziario si è espresso sulla possibilità di un cambio di funzioni (da giudicante a requirente).

Il procedimento per incompatibilità ambientale

Essendo infatti destinatario di un procedimento per “incompatibilità ambientale”, Errede ha potuto formulare una proposta di trasferimento che, se venisse accolta, porterebbe all’archiviazione.
La questione è però rilevante per il Tribunale civile salentino. Travolto da due indagini della procura di Potenza che riguardano entrambe la sezione Commerciale e fallimentare, alle prese con una grave scopertura: mancano 7 giudici.

Errede continua a lavorare, ma ha deciso di astenersi dai procedimenti al vaglio della procura di Potenza e della Finanza nell’inchiesta che lo riguarda (insieme ad altre otto persone). Si parla per lo più di nomine di consulenti in cambio di regali, ma anche di decisioni “pilotate”. Da valutare, per il Csm, c’è anche la questione di opportunità costituita dalla presenza, in procura a Bari, e più precisamente in forza alla Direzione distrettuale antimafia, della sorella Grazia Errede la quale, in un capo d’accusa provvisorio in cui è ipotizzata la turbativa d’asta, viene citata come possibile beneficiaria di una procedura, pur non essendo assolutamente indagata. È scritto, infatti, che in una vendita giudiziaria ci sarebbe stato «il dichiarato scopo di far aggiudicare l’asta a Maria Grazia Errede (sorella di Pietro Errede)». Asta a cui non risulta la magistrata abbia poi mai partecipato. Si tratta di fatti su cui sono ancora in corso indagini e verifiche, per nulla confermati. 

L'inchiesta di Potenza

Ma, come è noto il procedimento per “incompatibilità ambientale” viene aperto dal Csm nel caso in cui si ravvisi che il magistrato per «qualsiasi causa indipendente da colpa non possa, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità». Quanto alla bufera giudiziaria sul Tribunale Civile di Lecce, le indagini partono da un esposto di Saverio Congedo e Michele Macrì, amministratori giudiziari di due imprese al centro di una articolata vicenda, al culmine della quale era stato poi proposto l’inserimento di un “coadiutore”, persona per l’appunto ritenuta vicina a Errede. Un intero capitolo della ricostruzione del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Lecce è dedicato alla “collana tennis di brillanti” fornita da un consulente, a prezzo di costo. Oltre a Pietro Errede sono coinvolti l’avvocato Roberto Russi; il commercialista Emanuele Liaci; Giuseppe Positano, di Lecce; Antonio Casilli, di Lecce e Rosanna Perricci, di Monopoli, assessore comunale nella sua città. Poi i commercialisti-consulenti Marcello Paglialunga, di Nardò e Giuseppe Evangelista, di Lecce. E Graziella De Masi, di Lecce, assistente giudiziaria della cancelleria del giudici. Corruzione in atti giudiziari, corruzione per un atto contrario ai dover d’ufficio, concussione e turbativa d’asta, le ipotesi di reato a vario titolo contestate. Le difese sono sostenute dagli avvocati Michele Laforgia, Enrico Chirivì, Francesco Vergine, Luigi Covella, Amilcare Tana, Luigi Suez, Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Vetere e Roberto Rella.

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