Inchiesta sulle consulenze del giudice: la finanza torna in Tribunale, acquisite nuove carte

Inchiesta sulle consulenze del giudice: la finanza torna in Tribunale, acquisite nuove carte
di Roberta GRASSI
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Venerdì 23 Settembre 2022, 20:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:35

La procura di Potenza va avanti nell’inchiesta che coinvolge il giudice Pietro Errede. Questa mattina negli uffici del Tribunale sono tornati i finanzieri, stavolta due uomini in divisa della sezione di pg, che hanno acquisito una serie di documenti. A quanto pare si tratta di copia delle misure di prevenzione citate nell’informativa degli investigatori, parte del fascicolo d’inchiesta. 


Per la precisione, provvedimenti adottati nei procedimenti riguardanti il “Barone di mare”.

Le indagini, insomma, vanno avanti: il sospetto è che vi siano state anomalie nella nomina di consulenti oltre a condizionamenti nelle decisioni adottate. Un presunto giro caratterizzato anche da favori e vantaggi. Regali, come la collana tennis citata nelle carte, quella che il giudice avrebbe voluto comprare a prezzo scontato. 

I nomi dell'inchiesta


Oltre a Errede sono coinvolti l’avvocato Roberto Russi (entrambi di recente hanno ottenuto la restituzione di una somma in contanti pari a 92mila euro, sequestrata a casa con un decreto a firma del procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, e dei sostituti Emiliana Busto ed Elena Mazzilli), il commercialista Emanuele Liaci; Giuseppe Positano, di Lecce; Antonio Casilli, di Lecce e Rosanna Perricci, di Monopoli, assessore comunale nella sua città. Il decreto di perquisizione e sequestro, con valore di informazione di garanzia, era stato notificato anche ai commercialisti-consulenti Marcello Paglialunga, di Nardò e Giuseppe Evangelista, di Lecce e a Graziella De Masi, di Lecce, assistente giudiziaria della cancelleria del giudici. 

I reati contestati


Corruzione in atti giudiziari, corruzione per un atto contrario ai dover d’ufficio, concussione e turbativa d’asta, le ipotesi di reato a vario titolo contestate. 
Nel procedimento penale, che dunque procede con la serie di accertamenti ritenuti necessari dalla Procura di Potenza, c’è anche il fascicolo sulla revoca del controllo giudiziario alla società “Phg Barone di mare” della famiglia Mazzotta (del tutto estranea a questa inchiesta). 
È bene precisare che si tratta di materiale su cui ancora sono in corso verifiche e si cercano riscontri a tesi accusatorie che al momento sono solo in fase di approfondimento. Ad ogni modo ad aprile i giudici della sezione Misure di prevenzione (relatore Errede) accolsero la richiesta del procuratore aggiunto di revocare la misura del controllo giudiziario alla Pgh Tour, poiché aveva chiuso l’accordo di nove anni con un tour operator per la gestione del resort Barone di Mare di Torre Dell’Orso. Accordo che sarebbe stato raggiunto senza coinvolgere gli amministratori giudiziari.

La difesa, gli avvocati Saverio Sticchi Damiani e Paolo Spalluto, ha presentato ricorso in appello ritenendo che si fosse trattato solo di una operazione per portare vantaggi alla società, senza per questo bypassare il potere di controllo degli amministratori. L’amministratore giudiziario intanto nell’assemblea dei soci del 16 maggio ha nominato un nuovo amministratore unico societario, in sostituzione di quello nominato nell’assemblea dei soci del 23 dicembre 2020. Si tratta di uno dei tre consulenti coinvolti nell’inchiesta che riguarda il giudice Errede. Il che ha convinto gli investigatori a compiere ulteriori indagini, per appurare se ci siano eventuali connessioni. Oggi intanto l’ultimo dei conferimenti d’incarico per l’analisi del materiale sequestrato. 
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Vergine, Luigi Covella, Amilcare Tana, Luigi Suez, Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Vetere e Roberto Rella.

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