Corruzione, nuova inchiesta sul Tribunale fallimentare. Coinvolto un giudice. La difesa: «Tutto regolare»

Silvestrini: "Ho chiesto ai magistrati di Potenza di chiarire tutto al più presto con un interrogatorio"

Corruzione, nuova inchiesta sul Tribunale fallimentare. Coinvolto un giudice. La difesa: «Tutto regolare»
di Roberta GRASSI
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Giovedì 6 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21:55

La procura di Potenza ha aperto un’inchiesta e ha delegato la guardia di finanza di Gallipoli a eseguire perquisizioni e sequestri di dispositivi elettronici in casa di tre indagati: si tratta del giudice con funzioni di presidente nella sezione Commerciale e fallimentare, Alessandro Silvestrini, del geometra Antonio Fasiello e di un imprenditore di Surbo, Eusebio Mariano. Sono assistiti dagli avvocati Leonardo Pace, Giuseppe Della Torre e Giancarlo Raco.

La contestazione

La contestazione, naturalmente provvisoria e formulata in una fase assolutamente iniziale dell’inchiesta, quindi tutta da verificare, è di corruzione impropria in atti giudiziari. La Finanza, su delega dei pm inquirenti (il procuratore della Repubblica Francesco Curcio è titolare del fascicolo), ha acquisito materiale di cui è stata fatta copia ed è già stato restituito agli interessati. 
Stando a quanto si apprende, il focus investigativo riguarda una procedura trattata dalla sezione fallimentare.

Una questione tecnica in merito alla cui trattazione si sta verificando se vi siano state anomalie di sorta. Le perquisizioni risalgono a qualche giorno addietro. Si è trattato di una visita, da parte degli investigatori, durata pochissimo: il tempo necessario per prelevare ciò che si intende ora analizzare per pervenire a una ricostruzione puntuale dei fatti. 

Il fascicolo 

Il fascicolo è autonomo ed è nato da una trasmissione di atti effettuata dalla procura di Lecce a quella di Potenza, competente a indagare sui magistrati del distretto di Brindisi, Lecce e Taranto. Come si diceva, al centro c’è una procedura in particolare. E un presunto “dono” indirizzato al magistrato che sarebbe consistito in un “pesce”. Tutto da vagliare, insomma, a partire dagli approfondimenti che saranno condotti nei prossimi giorni. E nessun link, al momento, con un’altra inchiesta, sempre della procura di Potenza, che coinvolge un altro magistrato della Fallimentare, Pietro Errede, e che si occupa della nomina di consulenti oltre a condizionamenti nelle decisioni adottate: un presunto giro caratterizzato anche da favori e vantaggi; regali, come la collana tennis citata nelle carte, quella che il giudice avrebbe voluto comprare a prezzo scontato.


Nello stesso giorno in cui sono state eseguite le perquisizioni nelle abitazioni private di Silvestrini, Fasiello e Mariano, i finanzieri hanno prelevato in tribunale atti che riguardano l’altra indagine, sotto forma però di acquisizioni aggiuntive e relative al fascicolo precedentemente avviato. Si tratta di copia di atti che riguardano le misure di prevenzione citate nell’informativa degli investigatori, parte del fascicolo d’inchiesta. Con particolare riferimento alla vicenda “Barone di mare” della famiglia Mazzotta. 

La nota del giudice Silvestrini 

«Ho appreso - scrive il magistrato - da qualche giorno di essere indagato per corruzione impropria in atti giudiziari. Secondo la Procura di Potenza, a cui gli atti sono stati trasmessi il 9.9.2021 da un sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, un geometra, che è mio amico e vicino di casa da circa quaranta anni e che ha lavorato nello stesso ufficio di mia moglie per circa dieci anni, mi avrebbe regalato un pesce, per sollecitare il compimento da parte mia di atti assolutamente dovuti e non discrezionali».


«Tutti gli atti della procedura - spiega ancora - sono regolarissimi e gli atti per i quali è stata formulata la contestazione consistono nell’autorizzazione del curatore a comparire davanti al notaio per trasferire l’immobile a chi se lo era aggiudicato partecipando ad una gara telematica e nell’autorizzazione a cancellare i gravami relativi all’immobile da trasferire. Si tratta di atti non soltanto dovuti, ma addirittura scontati, che il giudice deve necessariamente emettere, per non incorrere in omissione di atti di ufficio».
«Peraltro - va avanti - dal rapporto degli organi di Pg risulta che, a dispetto del presunto regalo del pesce (che non ricordo di aver mai ricevuto), io non adottai tali atti, per cui a distanza di circa dieci giorni il cancelliere fu costretto a portare sulla mia scrivania in ufficio la pratica in questione, affinché io finalmente la prendessi in considerazione».
In conclusione: «Dimostrerò certamente l’assurdità di tale impostazione accusatoria ed ho già chiesto alla Procura di Potenza di essere immediatamente interrogato. Nel frattempo, l’indagine ed il conseguente strepitus (per l’ennesima volta non si comprende chi abbia divulgato la notizia: gli organi di PG che mi hanno notificato l’atto – da me interpellati – hanno dichiarato che la Procura di Potenza non ne ha autorizzato la divulgazione) mi hanno già arrecato un grave pregiudizio: quello di ritardare ulteriormente la decisione del Csm sulla nomina del presidente del Tribunale di Lecce». 

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