Inchiesta sulla Fallimentare, azione disciplinare contro il giudice Errede. E lui chiede di fare il pm a Bari

Inchiesta sulla Fallimentare, azione disciplinare contro il giudice Errede. E lui chiede di fare il pm a Bari
di Roberta GRASSI
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Lunedì 17 Ottobre 2022, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 10:32

Dopo le perquisizioni dello scorso giugno, gli avvisi di garanzia e il tanto clamore mediatico, ci sono ora questioni collaterali da affrontare nell’ambito dell’inchiesta che coinvolte il magistrato Pietro Errede. Il giudice della sezione Fallimentare e Commerciale è sempre rimasto al proprio posto, convinto di poter dimostrare l’estraneità ai fatti contestati: presunti favori, provvedimenti pilotati in cambio di regali, tra cui l’ormai nota collana tennis a prezzo di costo. 

Il procedimento per incompatibilità ambientale

Il Csm, però, come atto dovuto, ha avviato un procedimento per incompatibilità ambientale, nell’ambito del quale Errede ha potuto chiedere il trasferimento “in prevenzione” alla procura di Bari. Considerato il cambio di funzioni da giudicante a requirente si è dovuto esprimere con un parere il consiglio giudiziario presso la corte d’Appello di Lecce, riunitosi ieri pomeriggio in via urgente.

L’ultima parola spetta tuttavia al Csm: qualora non dovessero essere ravvisati impedimenti per lo spostamento a Bari, il procedimento per incompatibilità ambientale (che è diverso da un procedimento disciplinare) verrebbe archiviato.

L'astensione dai processi

Errede aveva già chiesto e ottenuto dal presidente del Tribunale, Roberto Tanisi, di potersi astenere da tutti i procedimenti che riguardano le società della famiglia Mazzotta, ossia fascicoli di cui si occupa l’indagine di Potenza. Il procedimento di incompatibilità ambientale prevede la possibilità per il Csm di disporre il trasferimento di ufficio dei magistrati quando per «qualsiasi causa indipendente da loro colpa non possono, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità» ed è uno dei fondamentali presidi del principio dell’inamovibilità del magistrato, prevista dalla Costituzione, secondo cui egli può trasferirsi solo per propria scelta.

Le indagini e la "collana tennis"

Le indagini partono da un esposto e poi dalle dichiarazioni rese il 21 settembre 2021 da Saverio Congedo e Michele Macrì, amministratori giudiziari di due imprese al centro di una articolata vicenda, al culmine della quale era stato poi proposto l’inserimento di un “coadiutore”, persona per l’appunto alquanto vicina a Errede. Da qui una serie di ulteriori verifiche. I due denuncianti avrebbero mostrato gli screenshot delle conversazioni whatsapp ai pm di Potenza. Dalle captazioni telefoniche è poi emerso un quadro che ha portato alla esigenza di compiere perquisizioni.
Un intero capitolo della ricostruzione del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Lecce è dedicato alla “collana tennis di brillanti” fornita da un consulente. Si tratterebbe di una «collana tennis di brillanti di particolare valore commerciale, a un prezzo pressoché simbolico». A testimoniare che gli incarichi giudiziari sarebbero stati forniti a fronte di presunti benefit o favori di vario genere. 

Gli altri indagati

Oltre a  Errede sono coinvolti l’avvocato Roberto Russi (entrambi di recente hanno ottenuto la restituzione di una somma in contanti pari a 92mila euro, sequestrata a casa con un decreto a firma del procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, e dei sostituti Emiliana Busto ed Elena Mazzilli), il commercialista Emanuele Liaci; Giuseppe Positano, di Lecce; Antonio Casilli, di Lecce e Rosanna Perricci, di Monopoli, assessore comunale nella sua città. Il decreto di perquisizione e sequestro, con valore di informazione di garanzia, era stato notificato anche ai commercialisti-consulenti Marcello Paglialunga, di Nardò e Giuseppe Evangelista, di Lecce. E Graziella De Masi, di Lecce, assistente giudiziaria della cancelleria del giudici. Corruzione in atti giudiziari, corruzione per un atto contrario ai dover d’ufficio, concussione e turbativa d’asta, le ipotesi di reato a vario titolo contestate. È bene precisare che si tratta di materiale su cui ancora sono in corso verifiche e si cercano riscontri a tesi accusatorie che al momento sono solo in fase di approfondimento. Gli  indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Vergine, Luigi Covella, Amilcare Tana, Luigi Suez, Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Vetere e Roberto Rella.

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