Ricattava la ex con le foto hard: condannato salentino

Ricattava la ex con le foto hard: condannato salentino
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Martedì 22 Marzo 2016, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 16:11
Due anni e quattro mesi di reclusione, la pena patteggiata dal salentino accusato di aver estorto 6.000 euro e due telefoni cellulari Samsung S4 alla “fidanzata” conosciuta on line. Ed on line, questa la condizione posta - ha detto l’accusa - avrebbe fatto diventare “virali” le foto dei loro incontri più intimi, se non gli avesse dato ascolto.
D.Z., 45 anni, di Surbo, ha chiuso i conti con la giustizia ieri mattina nell’udienza con il giudice Simona Panzera. È stata ritenuta congrua la pena concordata dall’avvocato difensore Walter Tundo con il pubblico ministero Roberta Licci, titolare dell’inchiesta condotta con i carabinieri delle stazioni di Lecce e di Minerbe (in provincia di Verona). Da un capo all’altro dell’Italia sarebbero viaggiate prima le relazioni amorose e poi le minacce con la donna, una coetanea residente nell’hinterland veronese, a Bonavigo.
 
Insomma, la degenerazione di un rapporto ha trovato la chiosa in un’aula di Tribunale. I due si erano conosciuti tre anni fa navigando tra un social network ed un chat. Tra lo scambio ripetuto di messaggi per cercare di capire chi fosse l’uno e chi fosse l’altra, si instaurò un feeling. Si scambiarono delle foto. Ed anche piuttosto private. Foto in cui la donna aveva posato senza veli ed in atteggiamenti esplicitamente riferibili a rapporti sessuali.
Un rapporto tutto virtuale, in altre parole. Ma solo nella fase iniziale, nella fase più bollente. Il seguito fu imprevedibile, per la donna: l’estate del 2014 si trasformò in un incubo perché D.Z. cambiò atteggiamento. Cominciò a minacciarla.

Si sarebbe detto pronto a fare del male a lei ed alla sua famiglia ed altrettanto disposto a pubblicare on line i suoi nudi, se non avesse acconsentito ad esaudire le sue richieste di denaro. Terrorizzata dalla prospettiva di vedere compromessa la sua reputazione, di dove vivere con l’incubo di essere riconosciuta attraverso quelle foto che sarebbero dovute restare un loro segreto inviolabile, accettò.

E si rese disponibile e ricaricare la Postepay di D.Z. con ripetuti versamenti, nonché a fargli recapitare due cellulari del livello degli S4 della Samsung.
Venuto a conoscenza di essere indagato dopo aver subito una perquisizione in casa da parte dei carabinieri, D.Z. in un primo momento provò a sostenere che sia il denaro che i cellulari gli fossero stati regalati dalla donna al solo scopo di aiutarlo, poiché stava attraversando un periodo di ristrettezze economiche. Tuttavia questa tesi non a retto a confronto con la ricostruzione fornita dalla vittima ed al cospetto delle chat recuperate.

La scelta del patteggiamento è stata, dunque, una scelta di opportunità: il modo più rapido ed indolore di chiudere una vicenda giudiziaria che avrebbe esposto D.Z. al rischio di subire una condanna pesante, se avesse affrontato il processo in aula o con il rito abbreviato.
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