Sprecato un etto di cibo al giorno: il Salento solidale si mobilita

Sprecato un etto di cibo al giorno: il Salento solidale si mobilita
di Serena COSTA
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Venerdì 10 Gennaio 2020, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 17:19
Nelle case dei salentini si sprecano 7 etti di cibo a settimana. Che è come dire che, ogni giorno, ciascun componente della famiglia cestina un piatto di pasta, la fettina appena arrostita o il panino farcito. Un dato allarmante che fa il paio con la stima a livello nazionale svolta nel 2019 dall'Osservatorio Waste watcher di Last Minute/SWG. Sette etti di cibo a settimana che vanno nella spazzatura producono un danno economico nazionale di 12 miliardi di euro, cui si aggiungono altri 3 miliardi di sprechi alimentari derivanti dalle varie fasi della filiera di produzione, distribuzione inclusa: in totale, l'1% del Pil italiano. A fare i conti è stato il Ministero dell'Ambiente, grazie al progetto Reduce, che ha anche valutato come lo spreco alimentare pro capite di 700 grammi alla settimana corrisponda a un valore di 3,76 euro ogni sette giorni che, annualmente, raggiungono la cifra di 196 euro.

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Ad accendere i fari sullo spreco alimentare è anche Coldiretti Puglia: 310mila tonnellate all'anno, di cui per il 54% al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale, per l'8% nell'agricoltura e per il 2% nella trasformazione. I pugliesi più virtuosi sono quelli più giovani, sotto i 35 anni, per i quali la soglia di spreco scende al 41%. E sono sempre loro a vincere nella capacità di recuperare il cibo avanzato con ricette di rielaborazione economica (45%), facendo anche attenzione alla data di scadenza dei prodotti (34%) e alla riduzione delle quantità acquistate (30%).

Per contrastare questa tendenza negativa e per sensibilizzare la cittadinanza, Adoc Lecce ha organizzato per questo pomeriggio il convegno Io non sprecoe tu? (ore 15.30, Open Space di Lecce), che avrà come relatore d'eccezione, tra gli altri, l'onorevole Maria Chiara Gadda, relatrice della cosiddetta legge nazionale del 2016 antispreco.
«Stiamo lavorando da 2 anni attraverso il Servizio civile nazionale a un progetto sullo spreco alimentare spiega Alessandro Presicce, presidente di Adoc Lecce perché siamo molto preoccupati dalla portata del fenomeno: in Italia abbiamo 5 milioni di poveri, eppure gettiamo nella spazzatura 15 miliardi di euro di cibo assolutamente consumabile. Come associazione, lo consideriamo un oltraggio all'etica, oltre che un problema economico, visto che il cibo sprecato ammonta a un punto di Pil. Per di più, sono proprio le famiglie a contribuire maggiormente a questa perdita deleteria di generi alimentari. La nostra associazione si occupa di orientamento dei consumatori e non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di farlo anche attraverso questo progetto: per questo, invito tutti quanti a prendere coscienza del problema e a partecipare all'evento di oggi pomeriggio».

E sa bene, ormai da 10 anni, cosa significa combattere lo spreco alimentare l'Emporio della solidarietà della Comunità Emmanuel, tra i relatori di questo pomeriggio, e che «La cultura del riciclo e del riutilizzo alimentare nel nostro territorio fatica non poco ad affermarsi commenta amaramente Maria Assunta Trovè, responsabile dello Sportello sociale dell'Emporio . Solo il 12,83% proviene dal recupero delle eccedenze alimentari, a fronte del 46,96% di prodotti distribuiti proveniente da raccolte alimentari; inoltre, il 10,64% rinviene dalle donazioni e l'1,80% dall'acquisto. In ogni caso, dall'entrata in vigore della legge Gadda, abbiamo recuperato 131.480 chili di eccedenze alimentari, che sono state distribuite alle famiglie bisognose del Salento. In questi ultimi anni l'Emporio ha aiutato e sostenuto 7.562 famiglie, distribuendo un milione e 484.817 confezioni di prodotti alimentari, per un valore complessivo pari a circa 2.489.371 euro».

L'Emporio ha aderito alla Rete solidale costituita in Prefettura con il Tavolo Anticrisi, nell'ambito del quale sarà attivata una piattaforma anti spreco (http://stopallospreco.thcs.it/), che metterà in contatto i centri della grande distribuzione con le associazioni del terzo settore che si occupano di aiutare le persone indigenti.
E poi ci sono iniziative di buona volontà, che coinvolgono persone che fanno altro nella vita, ma che vogliono contribuire al bene comune in modi alternativi, ma ugualmente efficaci. È nata così a Lecce, nel 2016, la sede salentina dell'associazione romana Equoevento, che da 7 anni si occupa di recuperare le eccedenze alimentari di matrimoni e grandi eventi per donarle agli enti caritatevoli. 

«In 3 anni, abbiamo recuperato 3.500 pasti dice la vicepresidente, Patrizia Cretì, che di mestiere fa la docente universitaria raccogliamo le eccedenze alimentari dagli eventi locali e le consegniamo alle mense della Casa della carità, delle suore Vincenziane, di Santa Rosa e di San Sabino. Solitamente sono gli sposi o gli organizzatori a contattarci: i nostri volontari hanno svolto un corso per manipolazione di alimenti e per garantire la corretta conservazione. Inoltre, trasportiamo tutto con i polibox, speciali mezzi frigoriferi che non alterano la qualità degli alimenti e il ritiro e la consegna avvengono contestualmente. Il prossimo step sarà avere una sede per poterne fare piccolo centro di stoccaggio: alcune volte succede di ritirare i cibi alle prime ore del mattino, a cerimonia finita, e ci troviamo costretti a chiedere alla Caritas di aprirci all'alba».
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