Salento, cade in Cassazione l'accusa di mafia: liberi due imputati

I sequestri di droga durante il blitz Diarchia
I sequestri di droga durante il blitz Diarchia
di Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 25 Giugno 2023, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 11:37

Due imputati nell'inchiesta “Diarchia” lasciano il carcere dopo l'annullamento delle condanne per associazione mafiosa da parte della Corte di Cassazione. Si tratta di Cosimo Damiano Autunno, 57enne di Matino, e di Giuseppe Corrado, 51enne di Supersano, il primo detenuto nel carcere leccese di Borgo San Nicola, il secondo fuori regione: erano detenuti in custodia cautelare da sei anni. A rimettere in libertà i due imputati, con effetto immediato, è stata la Corte d'Appello di Lecce (presidente Domenico Toni, giudice estensore Giuseppe Biondi). I giudici hanno preso atto della decisione della Corte di Cassazione di annullare con rinvio le condanne per associazione mafiosa per alcuni degli imputati nell'inchiesta che, tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017, permise di smantellare un presunto sodalizio criminale capeggiato da Tommaso Montedoro. L'operazione dei carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo di Lecce scattò in seguito all'omicidio di Augustino Potenza, avvenuto il 26 ottobre 2016 a Casarano, nel parcheggio di un supermercato, e al tentato omicidio di Luigi Spennato, il 28 novembre successivo, sempre a Casarano.

Esclusa l'associazione mafiosa

Caduta - almeno per il momento - l'accusa di associazione mafiosa, resta in piedi quella di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, per la quale la pena è già stata scontata in via cautelare, essendo i due in carcere sin dal 2017.

I giudici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione avevano annullato, rinviando gli atti alla Corte d'Appello di Lecce, anche le condanne per associazione mafiosa a carico di Luca Del Genio, Andrea Del Genio, Lucio Sarcinella e Marco Petracca. Gli ermellini avevano annullato pure l'aggravante dello spaccio di droga finalizzato al favoreggiamento dell'associazione mafiosa per Autunno, Corrado e Luca e Andrea De Genio. Per questi capi di imputazione, dunque, il processo d'appello è da rifare dinanzi a una diversa sezione della Corte d'Appello leccese. Proprio per i due Del Genio, ora, il collegio difensivo dovrà valutare le azioni da intraprendere in seguito alla decisione della Cassazione. Tommaso Montedoro, ritenuto il capo dell'organizzazione, non aveva proposto ricorso in Cassazione: in primo grado era stato condannato a 15 anni e 4 mesi, mentre in Appello ottenne uno sconto di pena (11 anni e 10 mesi). Per gli altri capi di imputazione erano stati ritenuti inammissibili i ricorsi di Autunno, Corrado, i due Del Genio e Sarcinella. Inammissibili anche i ricorsi di Salvatore Crusafio e Domiria Lucia Marsano. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Mario Coppola, Luigi Covella, Rocco Luigi Corvaglia, Carlo Martina, Francesco Vergine, Valerio Vianello Accorretti, Ladislao Massari, Enrico Grosso, Antonio Piccolo, Simone Viva e Cesare Placanica.

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