Percosse e maltrattamenti agli alunni, insegnante condannata a sei mesi di carcere

Percosse e maltrattamenti agli alunni, insegnante condannata a sei mesi di carcere
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Martedì 13 Febbraio 2024, 14:46

Una insegnante condannata e altre due assolte. E' questo, dopo sei anni, l'epilogo del processo di primo grado a carico di alcune maestre di Biccari, comune in provincia di Foggia, accusate di maltrattamenti nei confronti di alcuni alunni di una scuola primaria. Il giudice monocratico del tribunale di Foggia, Flavia Accardo, ha condannato una maestra, Lucia Saldarelli, a sei mesi di reclusione (pena sospesa) con tre mesi di interdizione dall'attività di docente, per i reati di abuso dei mezzi di correzione e percosse. Sono state invece assolte le altre due imputate, Marianna Bimbo e Ernesta Salandra. Il processo è durato sei anni per un totale di 44 udienze. Per una quarta maestra è atteso il giudizio di appello. Nell'aprile del 2017 le insegnanti furono sottoposte agli arresti domiciliari dai carabinieri in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare.

L'inchiesta

L'inchiesta partì dopo la denuncia presentata dal padre di un alunno. Gli investigatori ascoltarono insegnanti e genitori, visionando anche immagini registrate nelle aule dove avvenivano le lezioni e dove secondo l'accusa sarebbero avvenute le violenze fisiche e psicologiche. "L'esito della lunga e complessa attività dibattimentale, ha confermato ciò che risultava lampante a chiunque conoscesse la maestra Ernesta Salandra: i fatti, semplicemente, non sussistono": così l'avvocato Michele Vaira che, con la collega Alessandra Palazzo, ha difeso la maestra Salandra. "Non vi è stato - ha proseguito il legale - da parte sua alcun maltrattamento, alcun abuso.

I suoi studenti hanno sofferto la sua assenza, non la sua presenza. L'indagine trae spunto da una specifica segnalazione nei confronti di una specifica insegnante e si propaga senza alcun senso ad altre classi e altre insegnanti". Per il legale, "l'errore di fondo dell'intera impostazione accusatoria è stato quello di consentire a degli agenti di polizia giudiziaria senza alcuna esperienza di valutare, con ottiche distopiche, i comportamenti di maestre con vastissima esperienza". 

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