Salento, denunciata prof per frasi contro alunno: «Asino ignorante, non capisci niente». Caso in procura

Salento, denunciata prof per frasi contro alunno: «Asino ignorante, non capisci niente». Caso in procura
di Antonella MARGARITO
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 12:24

«Sei ignorante, non capisci niente, sei un asino». Sarebbe successo a scuola. Dopo la denuncia dei genitori di un alunno, la Procura ha aperto un fascicolo per verificare cosa sia realmente accaduto. Abuso di potere, violenza psicologica a scuola, abuso dei mezzi di correzione o di altri atteggiamenti umilianti e denigratori ai danni degli alunni: queste le ipotesi al vaglio degli organi preposti. Luogo dei fatti, una scuola media del basso Salento. Due genitori, difesi dall'avvocato Angelo Ninni, hanno presentato una lunga denuncia-querela nella quale raccontano i fatti che a loro dire coinvolgono ambedue i loro figli.

I fatti

La vicenda risalirebbe al 2017, quando il più grande dei due fratelli inizia il primo anno della scuola secondaria di primo grado.

Secondo quanto si legge nella querela, sin dai primi giorni il ragazzino sarebbe stato preso di mira dalla docente in quanto avrebbe avuto problemi ad approcciarsi alla materia. A causa di questo profitto insufficiente - si legge nella nota - “la professoressa si rivolgeva a mio figlio con offese verbali del seguente tenore ignorante, non capisci niente, sei un asino. In conseguenza di ciò, mio figlio aveva iniziato a disamorarsi allo studio e quasi a non voler andare più a scuola.

La professoressa spiega ai genitori che il ragazzino potrebbe avere un deficit. Da qui una serie di consulenze psicologiche, analisi, senza che nulla emerga a carico del ragazzo. Ma neanche questo avrebbe convinto la docente: convocazione dei genitori e sollecitazioni a mandare il ragazzo ad un doposcuola, con insegnante - è scritto nella querela - poi individuato dalla stessa professoressa. Fine delle vessazioni, concludono i genitori. Ma il problema si sarebbe riproposto con il fratellino. Con lo stesso copione.

«Così siamo ripiombati nell'incubo già vissuto col primo figlio: iniziavano le offese e le umiliazioni davanti ai suoi compagni, fino a essere denigrato nel giorno del suo compleanno», si legge sempre nella querela. «Come scuola abbiamo avviato una inchiesta interna» dice la dirigente dell'istituto comprensivo. I genitori però non ce la fanno più e decidono di mandare il ragazzino in una scuola diversa e anche in un paese diverso. «Attualmente nostro figlio frequenta un'altra scuola ed è sereno». Il resto è rimesso alla valutazione dell'autorità giudiziaria.

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