Donna carborizzata in casa. Omicidio? La verità con un prelievo di sangue

Donna carborizzata in casa. Omicidio? La verità con un prelievo di sangue
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 26 Settembre 2023, 08:29

Un prelievo di sangue per stabilire se Cosima D'Amato sia morta prima che fosse carbonizzata dall'incendio scoppiato nella notte fra martedì e mercoledì della scorsa settimana nella casa di campagna del figlio, a San Michele Salentino. Oppure se siano stati i fumi e le ustioni a togliere la vita a questa donna morta all'età di 71 anni.
Se ne stanno occupando i medici legali Roberto Vaglio e Domenico Urso, dopo l'autopsia eseguita ieri pomeriggio nel cimitero di Ostuni su incarico del pubblico ministero della Procura di Brindisi, Alfredo Manca, titolare dell'inchiesta condotta con i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni e della stazione di San Michele che ha visto finire in carcere il figlio della vittima, il 47enne Alberto Villani, con l'accusa di omicidio volontario.
All'esame autoptico ha partecipato anche la genetista Giacoma Mongelli allo scopo di accertare l'identità della vittima, irriconoscibile ad occhio nudo per via delle condizioni in cui il corpo è stato ridotto dalle fiamme. Gli specialisti di medicina legale hanno inoltre eseguito delle radiografie per individuare eventuali corpi estranei e segni di lesioni. Infine i prelievi per gli esami istologici.

Cosa è successo?

Passaggi che diranno se e quanto sia sostenibile l'accusa contestata ad Alberto Villani e avallata dall'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Vittorio Testi. In alcuni passaggi di questa misura sono evidenti gli sviluppi dell'inchiesta, con l'ascolto di testimoni fra i quali una persona che ha raccontato di avere sentito una donna parlare ad alta voce nella casa accanto di contrada Augelluzzi nel pomeriggio di martedì 19 settembre.
Sentito anche il geometra incaricato da Villani di vendere quell'appartamento ed ha confermato di avere perso le sue tracce nello stesso pomeriggio del 19 quando avrebbe voluto metterlo al corrente dell'appuntamento saltato con un potenziale acquirente.
Le immagini dell'impianto di videosorveglianza nei pressi della casa di San Michele dove abitava Cosima D'Amato la ritraggono mentre si allontana alle 11.52 alla guida della sua Fiat Panda bianca e fa rientro a piedi alle 12.15. Alle 15.21 arriva il figlio al volante di quell'auto ed insieme vanno. Alle 22.23 si vede Villani tornare nel centro del paese per raggiungere l'abitazione della madre, e barcollante, cerca di entrare attraverso due diversi ingressi.
L'auto è stata ritrovata poi accanto alla casa di campagna in cui si è consumata la tragedia. A far pesare i sospetti su Villani la circostanza che avrebbe riferito ai vigili del fuoco che nelle casa in fiamme non ci fosse nessuno e che la madre fosse già andata via. Inoltre è stato condannato a 3 anni ed 8 mesi di reclusione in primo grado ed in appello per maltrattamenti, lesioni personali, violazione di domicilio e minacce alla madre ed al suo compagno.
Era, inoltre, attiva la misura del divieto di avvicinamento alla genitrice, attenuazione della misura costata a Villani prima il carcere e poi gli arresti domiciliari.
Ora l'avvocato difensore sta valutando di presentare ricorso al Tribunale del Riesame per sottoporre questo quadro accusatorio ad una terna di giudici.

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