Paul Haggis, la difesa della 30enne si oppone alla richiesta di archiviazione

Paul Haggis, la difesa della 30enne si oppone alla richiesta di archiviazione
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 09:19

No all'archiviazione dell'inchiesta che a giugno di due anni fa vide finire agli arresti domiciliari il regista canadese premio Oscar, Paul Haggis, 71 anni, con l'accusa di avere violentato per tre notti in un B&B di Ostuni una ragazza inglese allora 28enne, aspirante assistente cinematografica. L'avvocata Ilaria Boiano ha depositato l'istanza di opposizione alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, a cui intanto era giunta la richiesta di archiviare il fascicolo sottoscritta dal procuratore aggiunto Antonio Negro con i sostituti Livia Orlando e Gualberto Buccarelli. L'attendibilità della ragazza, la questione sollevata dalla sua legale.

Ora la giudice Gilli stabilirà nei prossimi giorni se prendere la decisione analizzando esclusivamente gli atti depositati dalle parti, oppure se fissare una camera di consiglio per la discussione.

I tempi per sciogliere la riserva terranno conto della conoscenza approfondita del caso poiché la stessa gip il 22 giugno del 2022 non convalidò il fermo di Haggis di tre giorni prima ed emise un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, ma soprattutto istruì l'incidente probatorio del 29 giugno con l'ascolto dell'indagato e della denunciante per poi revocare la misura che intanto aveva privato Haggis della libertà per 16 giorni.

Il provvedimento

Questo provvedimento fu poi impugnato dalla Procura di Brindisi davanti al Tribunale del Riesame di Lecce. Appello respinto, con le ultime tre righe dell'ordinanza sulle quali si basa ora l'opposizione all'archiviazione: «Ritiene, inoltre, il Tribunale che le notevoli incongruenze e le contraddizioni evidenziate nell'analisi della versione della denunciante gettino pesanti ombre sulla sua attendibilità, compromettendo notevolmente il requisito della gravità indiziaria».
A queste conclusioni erano giunti i giudici Annalisa de Benedictis (estensore del provvedimento), Carlo Cazzella (presidente) ed Edoardo D'Ambrosio (a latere) nelle 14 pagine di ordinanza in cui traspariva la possibilità concreta di una denuncia finalizzata ad ottenere un cospicuo risarcimento economico. Tanto alla luce dei messaggi scambiati dalla ragazza con una amica sulla ricerca di un uomo da cui farsi mantenere. Ed ancora altri messaggi in cui la stessa amica la sosteneva nella scelta di avere denunciato Haggis alla polizia in prospettiva di una "vincita ingente". Ossia, rilevò l'ordinanza, in prospettiva di un introito economico e non certo di una vittoria morale. Nessun messaggio invece all'amica o ad altri sulle presunte violenze subite in quei tre giorni trascorsi ad Ostuni.
Nelle chat emersero piuttosto la proposta della ragazza di raggiungere Haggis ad Ostuni ed anche la volontà di stare insieme nella stessa camera del B&B. Le indagini hanno inoltre portato alla luce le serate trascorse insieme nei ristoranti della Città Bianca, in una atmosfera serena. E il messaggio di saluti: "...mi manca il tuo toccarmi e le tue carezze...".
«Le numerose incongruenze e contraddizioni evidenziate unitamente alla manifestata non indifferenza alla ricaduta economica della vicenda, non possono che fare fortemente dubitare della genuinità del racconto della persona offesa», il Riesame di Lecce
Una questione che ora valuterà la giudice Gilli nella decisione sull'archiviazione o sul prosieguo delle indagini.
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