Donna rapinata in casa: «Temevo di morire, vi racconto come mi sono salvata»

Donna rapinata in casa: «Temevo di morire, vi racconto come mi sono salvata»
di Salvatore MORELLI
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 14:42
BRINDISI - Rapinatori, ma in qualche modo “gentiluomini” visto che non hanno usato violenza nei confronti di una donna 60enne affetta da una grave patologia medica. Anche se quanto accaduto lunedì mattina, intorno alle 11, in una villetta del quartiere Sant'Angelo rimane di sicuro un grave episodio.
Un atto che non può giustificare i “buoni modi” utilizzati da due giovani malviventi che, spacciandosi per fiorai, hanno fatto irruzione in casa della donna per ripulirla di denaro e gioielli. «No, non avevo con me preziosi - ha raccontato la 60enne-. Quindi ho offerto loro quelle poche banconote di euro che avevo messo da parte. Ho avuto paura di morire in quei momenti, ancor più quando ho sentito che volevano chiudermi in bagno. Non avrei retto al mio precario stato di salute, così, giurando sui miei figli di stare buona e zitta, ho consegnato nelle loro mani tutti i soldi che avevo. Per come si sono comportati, credo che non avessero poi un animo tanto cattivo. Non hanno voluto farmi del male». Una frase, l'ultima, che la donna tiene a sottolineare perché si è forse resa conto di averla scampata bene rispetto a quanto riportato dalla cronaca nazionale durante fasi del genere. 
Una storia, inoltre, per niente comune a quella di altri banditi che da queste parti hanno a volte agito rasentando scene del film “Arancia Meccanica”, come accadde alla famiglia Scialpi nell'aprile del 2012. Lunedì scorso ha avuto inizio quando un giovane suona al campanello di quella villetta spacciandosi per un garzone che doveva consegnare un mazzo di fiori. La 60enne, rispondendo a quella chiamata, da dietro al portone d'ingresso intravede appena la sagoma di un ragazzo. Poi, credendo a quella consegna, apre dapprima un cancelletto e subito dopo una sorta d'inferriata che spalanca ai due malviventi l'accesso in casa.
Un attimo dopo è una mano del secondo bandito (incappucciato) a tapparle la bocca e a farla finire per terra. A quel punto non è difficile capire che la storia dei fiori era solo una scusa. Inoltre, ad aiutarla non c'è nessuno visto che il marito aveva lasciato la villetta mezz'ora prima. La donna si trova quindi da sola tra quella mura quando la coppia di giovani banditi (uno alto, l'altro più basso, ma entrambi longilinei e scattanti, a detta della 60enne) pensa che bisogna rinchiuderla nel bagno. Tant'è che prendono la chiave della porta passandola nella serratura davanti.
Un momento che diventa di vero panico per la vittima, che racconta: «Ho capito che potevo morire se avessero agito in quella maniera, mi sentivo male e non era difficile intuire che avevo la pressione sanguigna alle stelle, come anche i battiti cardiaci. Chi mi avrebbe aiutato se mi avessero rinchiuso là dentro? Così ho supplicato più volte questi due ragazzi a non farlo, spiegando loro della mia malattia. Che me ne sarei stata buona, senza gridare, l'ho anche giurato sui miei figli. Nel frattempo, uno dei due mi teneva sott'occhio, mentro l'altro girovagava per casa in cerca di denaro e oro. Ma in casa non c'erano preziosi e l'unica cosa che avevo da “barattare” erano delle banconote di euro, conservate perchè dovevano servire a pagare dei lavori. Una volta preso il denaro sono poi scappati in pochi istanti. Dopo ho chiamato i carabinieri ed avvisato anche mio marito per quanto accaduto. Infine, sono stati gli operatori del 118 ad aiutarmi, constatando uno stato di salute a rischio in quei frangenti, ma non ho fatto ricorso all'ospedale, nonostante alcuni lividi sul corpo dovuti all'aggressione iniziale. Spero solo che questa bruttissima storia possa aiutare questi giovani a cambiare vita».
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