Ciccio Riccio, una storia “ribelle”: da 40 anni al centro della musica

Ciccio Riccio, una storia “ribelle”: da 40 anni al centro della musica
di Gianluca CIRILLO e Chiara CRISCUOLO
7 Minuti di Lettura
Domenica 12 Novembre 2023, 19:28 - Ultimo aggiornamento: 21:36

Ciccio Riccio nasce ufficialmente il 13 Novembre 1983 nei locali semi-interrati del palazzo Incis al rione Casale di Brindisi, di fronte la chiesa Ave Maris Stella, in Via Duca Degli Abruzzi, anche se quelle che poi furono ribattezzate “trasmissioni sperimentali”, cominciarono nella primavera dello stesso anno sulle frequenze 91.6 Mhz.

L'idea del nome


Una sera, accompagnando un amico a casa, Mino Molfetta, l’editore, trova un riccio di terra al centro della strada e lo salva. I ricci sono animali simpaticissimi, così EmmeEmme (il nome d’arte di Mino) lo porta a casa per farlo vedere alla figlia Valentina che aveva due anni. Una volta visto l’animaletto, Valentina, speaker di Ciccio Riccio in fasce, alla sollecitazione del papà che le dice “vedi che bel riccio”, risponde dicendo “ciccio”. Si accende così la lampadina perché l’intento era quello di diversificarsi. “Radio le altre, noi Ciccio Riccio” è il tormentone che tutti in città hanno sentito almeno una volta.


I primi a verniciare i muri, attaccare i pannelli di polistirolo, collegare i primi impianti elettrici, montare gli strumenti degli studi, aiutare ad issare il primo palo di antenna sono Mino e Paolo Molfetta, con Enny, i cugini dei fratelli Molfetta, Valentino e Roberto, la mamma della piccola Valentina, Ninfa, i genitori di Mino e Paolo, Palmina e Aldino, quest’ ultimo titolare di un piccolo ma famosissimo negozio di ferramenta al quartiere Casale. Senza dimenticare lo zio di Mino, Nicola, falegname tutto fare, che costruiva e arrangiava qualsiasi cosa agli utilizzi per la radio.
Per scelta editoriale, Ciccio Riccio, agli inizi non usa il registratore a bobine che invece era solitamente utilizzato dalle altre radio quando non c’era nessuno in studio: così si ripetevano sempre le stesse sequenze musicali e immediatamente si capiva se stesse andando in onda la bobina.
Ciccio Riccio vuole fare compagnia alle persone, soprattutto quelle sole per cui le trasmissioni erano sempre in diretta.

Finito l’ultimo programma, si spegneva la radio e si riaccendeva al mattino seguente alle sette.

La storia

Negli anni ’80 per andare in onda si dovevano “preparare” i dischi, tra una canzone e l’altra bisognava cambiare i vinili da un giradischi all’altro, fare attenzione durante la trasmissione che un disco non finisse, e quindi succedeva che in onda andasse il “bianco”, cioè il silenzio, perché magari lo speaker nello stesso momento in cui finiva una traccia musicale stava rispondendo al telefono. 
Sono anni in cui la voglia di far radio era legata ad un certo senso di professionalità, ovverosia evitare di avere una dizione “locale”, cercare di far apparire la radio, quanto più possibile, una radio nazionale. Nel frattempo, lo staff cresce e cresce anche il numero degli ascoltatori: Sandro Toffi e Dj Sbam intrattengono migliaia di giovani con le loro classifiche della musica dance durante il sabato pomeriggio (trasmissione che tutti registravano sulle audiocassette per poi riascoltarle in auto).
Nel 1991 Ciccio Riccio diviene addirittura strumento di Protezione Civile perché Brindisi accoglie in un solo giorno trentamila albanesi in fuga dalla dittatura. 
Mino Molfetta decide che era importante sospendere le trasmissioni e mettere a disposizione dei volontari e delle forze dell’ordine le frequenze della propria emittente in una lunghissima diretta che rappresenta un unicum nella storia recente della radio italiana: ogni tipo di richiesta passava per radio, dalle coperte al cibo ai disinfettanti, ma anche richieste di ricongiungimenti familiari. Oggi Ciccio Riccio annovera nel proprio staff tante voci oramai divenute familiari anche al di fuori dei confini cittadini: Ilia D’Arpa, Enzo Straniero, Lory, Ziza, OneWay (Gianluca Vita), Marcello Biscosi, Andrea Sabato, solo per citarne alcuni.
Negli ultimi anni Ciccio Riccio diventa anche la “voce” ufficiale del basket, con le radiocronache della New Basket Brindisi: tanti indimenticabili momenti, in particolare quelli legati alla promozione in seria.

Le voci

Quarant’anni e non sentirli. E sì, perché chi sta dall’altra parte del microfono, chi lavora in radio ha sempre la possibilità di sembrare giovane. È come se il passare del tempo si fermasse davanti alla porta dello studio radiofonico, lasciando intatta la freschezza delle parole e la vitalità delle emozioni trasmesse attraverso le onde sonore. Lì, dietro al vetro insonorizzato, il tempo si piega alle leggi della voce, sfumando rughe e cancellando i segni dell’età. Il microfono diventa una bacchetta magica capace di trasformare il tempo trascorso in esperienza, senza concedere spazio alle rughe che la cronologia vorrebbe disegnare sulla pelle. Ciccio Riccio domani compie 40 anni e li festeggia con uno speciale palinsesto rivisitato e mescolasto che darà voce ai ricordi, ai personaggi a chi ha contribuito nel tempo a rendere l’emittente radiofonica brindisina conosciuta in tutto il mondo. Un ponte fra passato e presente, un viaggio a ritroso nel tempo per rivivere momenti magici che nell’immaginario collettivo sembrano perduti.  «Per la gente Ciccio Riccio non è una radio ormai è iconico il jingle: “Radio? le altre, noi Ciccio Riccio”, piuttosto è una parte essenziale della vita di ognuno - spiega Marcello Biscosi, speaker storico e referente con le case discografiche per Ciccio Riccio - E’ una compagnia, un’amica dei giorni di festa e di quelli che, va bene, non vanno. Succede. Era il 1997 quando approdai nella sede di via Duca degli Abbruzzi». “Radiazioni” che andava in onda ogni mercoledì sera alle 22, poi “Ciccio Riccio in love” e ancora “Il bacio della buona notte” per poi approdare alla trasmissione tanto amata del pubblico “I cavalli di battaglia”. «Rappresento un ponte tra passato, presente e futuro - scherza Biscosi - . La mia soddisfazione più grande è quella che il nostro lavoro, ciò che facciamo ogni giorno viene riconosciuto da tanti artisti nazionali e internazionali». Cresciuta a pane e dirette a lei si deve il nome dell’emittente radiofonica: Valentina Molfetta. Aveva appena tre anni quando a sua insaputa contribuì a dare il nome alla radio. Oggi conduce il Vale Riccio day ed è la direttrice della redazione giornalistica. «Per me la radio è casa - spiega - tra papà (Mino Molfetta) e mamma (Ninfa Dora Schillizzi) ho sempre respirato musica sin da piccola. Ho iniziato a 13 anni rispondendo alle telefonate dei telespettatori. Volevo emulare i miei genitori ma non mi mandavano mai in onda perché non ero pronta, mi dicevano che dovevo studiare per essere all’altezza del ruolo». Poi una mattina di Capodanno, la svolta. «Tutti avevano lavorato la serata in discoteca e non c’era nessuno disposto ad aprire la radio - racconta - così tra una selezione musicale e l’altra decisi di alzare il cursore del microfono. Da lì non mi sono più fermata. oggi sono mamma e con i miei figli, che iniziano a muovere i primi passi in radio, sono ipercritica».
Si definisce invece un “operaio dello spettacolo” Enzo Straniero, che per la radio si occupa anche di comunicazione e grafica. «E pensare - ci dice - che quando ero piccolo ero così introverso che mio padre doveva tirarmi le parole di bocca per farmi parlare. Sono arrivato in radio nel 1994, anche se avevo già mosso i primi passi in diverse radio locali». Il “Riccio Night”, “Spicchi di luna”
e poi “Le pubbliche relazioni”. «Ricordo come fosse ieri - aggiunge quando arrivammo alla soglia dei 411mila ascoltatori. Eravamo diventati così famosi che la gente ci fermava per strada e ci chiedeva l’autografo». Sua l’idea della classifica de “La fiesta.it”, il primo marchio registrato a livello nazionale di uno streaming di tutte le classifiche online dal quale vengono estrapolate ogni settimana le 15 canzoni più suonate del momento. 
«La radio per me rappresenta tutto. Sono a Ciccio Riccio dal 1997, dopo che Mino ascoltò un mio demo». Una collaborazione proficua che a portato oggi Ziza ad essere direttore degli eventi e degli spettacoli dell’emittente. Tra gli ideatori del Ciccio Riccio in tour, un format di successo, Gianluca è tra quelli che in radio ha trovato soprattutto l’amore. «Proprio così - sottolinea - è qui che ho conosciuto mia moglie Gabriella, speaker anche lei. Ho tantissimi ricordi tra le mura di questa emittente che custodisco gelosamente». 

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