Pista ciclabile in viale Aldo Moro, il centrodestra “stoppa” la variante al progetto: «Costa troppo»

Il cantiere per la pista ciclabile di viale Aldo Moro
Il cantiere per la pista ciclabile di viale Aldo Moro
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 27 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:55

Arriva dalla stessa maggioranza lo stop alla proposta di modifica del progetto della pista ciclabile di viale Aldo Moro. Tutto questo mentre la giunta, nelle stesse ore, rescindeva il contratto con la ditta a causa di ritardi e “gravi inadempimenti”.

Una spesa maggiore

Nella mattinata di ieri, infatti, si è riunita la commissione Lavori pubblici per discutere di quella che sembra essere una delle opere più contestate della storia della città. L’assessore al ramo Gianluca Quarta, nei mesi scorsi, si era assunto il compito di provare a trovare una soluzione, assodata l’impossibilità di bloccare il progetto e non realizzarlo senza incorrere nelle contestazioni da parte della Corte dei conti. Soluzione affidata, per l’appunto, ad una variante progettuale sulla quale, a quanto si apprende, il ministero dell’Ambiente - ovvero quello che ha erogato il finanziamento - si era in realtà già espresso favorevolmente. Mettendo in chiaro, tuttavia, di non poter prevedere un aumento della somma messa a disposizione del Comune di Brindisi. La variante, tuttavia, come è emerso proprio ieri in commissione, costerebbe alle casse dell’ente di via De Leo circa 300mila euro in più.

I dubbi del centrodestra

Fattispecie sulla quale, ieri, anche buona parte dell’opposizione ha espresso le proprie perplessità. Eccezion fatta per il capogruppo della Lega Ercole Saponaro, per il quale piuttosto che non fare nulla e portare a termine l’opera così come inizialmente progettata, varrebbe la pena di spendere altri 300mila euro per modificarla. «Noi - ha chiarito il capogruppo della Casa dei Moderati Maurizio Colella - non abbiamo quei soldi. Io sono fortemente dubbioso su tutto e sono davvero stranito per come è stato fatto il progetto e per il luogo in cui è stato fatto. Non so cosa si possa fare ma bisogna parlare con il sindaco, sedersi ad un tavolo e capire dove si vuole andare. Una città con zero nascite, vecchia, non si può preoccupare solo del bambino che va a scuola in bici a fronte di mille persone che non possono essere raggiunte da un’ambulanza o dei disagi che si vengono a creare su quella strada. Il progetto è stato sbagliato fin dall’inizio. Io da amministratore mi trovo di fronte ad una scelta difficile: quale è il male minore? Dobbiamo fare i conti col bilancio. La situazione è paradossale. Se rinunciamo, perdiamo 150mila euro. Mentre per fare la variante dobbiamo spendere 300mila euro che non abbiamo». Dubbioso anche il capogruppo di Forza Italia Cosimo Elmo. «Il problema - ha sottolineato - è soprattutto l’ulteriore somma da spendere. Possiamo permettercelo? Ne vale la pena? Nelle more, abbiamo incaricato la Multiservizi di mettere in sicurezza il cantiere ed abbiamo rescisso il contratto con la ditta. Da quello che so, né la seconda né la terza in graduatoria sono disponibili a portare a termine l’opera. Una si è detta disponibile ma tra una decina di mesi. In tutto questo noi dobbiamo trovare una soluzione, perché non realizzare l’opera significa produrre un danno erariale notevole.

Alla fine, quindi, credo che il progetto sarà completato». Ed a completarlo, come anticipato nei giorni scorsi, potrebbe essere proprio la Multiservizi. «Questa ipotesi - ha detto al riguardo Colella - l’ho sentita oggi per la prima volta ma ritengo che sia percorribile».

Le critiche dell'opposizione

Molto duro il capogruppo di Uguaglianza Cittadina Pasquale Luperti. «Prendiamo atto - ha incalzato - della incapacità amministrativa dell’assessore Quarta, che ha portato in commissione una presunta variante che peserebbe sulle tasche dei cittadini per ulteriori 300mila euro. Tutto questo per non cambiare nulla, considerato che gli spazi alla fine rimarrebbero quelli che sono oggi. A questo punto, per noi che siamo sempre stati contrari alla pista ciclabile in quella parte della città ma siamo favorevoli in altre zone in cui non creano disagi, non c’è nient’altro da fare che prendere atto del fatto che questa amministrazione dà continuità alla precedente. Ora, dunque, non si lamentassero. Prima di dare fiato alle trombe, l’assessore Quarta, che in campagna elettorale aveva promesso fuoco e fiamme, trovassero il coraggio di amministrare. Fu lui a dire in campagna elettorale che tutto andava smantellato. E invece cosa fa? Porta a compimento il progetto della vecchia amministrazione per paura della Corte dei conti».

Lo stop al cantiere

Nel frattempo, come detto, l’amministrazione ha rescisso il contratto “per grave inadempimento alle obbligazioni contrattuali da parte dell’appaltatore, che comprometteva la buona riuscita delle prestazioni”, applicando le penali previste dal capitolato. Oltre ai ritardi, infatti, il Comune contesta anche che “il cantiere, posto tra l’altro in un quartiere densamente popolato, risulta privo delle minime misure di sicurezza”. Tanto che proprio alla Bms è stato affidato il compito di metterlo in sicurezza, in attesa che l’opera venga, in un modo o nell’altro, completata.

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