Truffa con le polizze: chieste 32 condanne

La Hyundai Getz tra le più ricorrenti
La Hyundai Getz tra le più ricorrenti
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Mercoledì 14 Settembre 2016, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 13:11
Quella Hyundai da record: incidenti a gogo. E poi i nomi ricorrenti. I legami di parentela sospetti. Tutto faceva pensare che si trattasse di una “anonima truffatori”, ossia di una associazione per delinquere messa su per realizzare raggiri: falsi incidenti stradali, i cosiddetti “ponci”, inscenati a scopo di lucro per intascare gli indennizzi delle compagnie assicurative. Per l’accusa la maxi truffa è da ritenersi provata. Ieri mattina il pm Milto Stefano De Nozza ha chiesto 32 condanne (sarebbero state 33 se uno degli imputati non fosse deceduto) a pene comprese tra un anno di reclusione e tre anni e due mesi. Il conto più salato è stato riservato al presunto regista del sistema di inganni seriali, Cristian Ostuni. Il processo, giunto alle sue battute finali, riguarda uno dei quattro gruppi che avrebbero operato dal 2008 al 2010 e su cui ha compiuto approfondimenti la guardia di finanza a seguito di segnalazioni da parte delle compagnie assicurative. L’operazione fu denominata “poncio”, termine che in brindisino indica lo specifico inganno costituito dai falsi incidenti da denunciare alle assicurazioni per ottenere del denaro. Dalle indagini emerse che vi era un numero elevato di sinistri, con tanto di indennizzi e risarcimenti dei danni, che coinvolgevano le stesse autovetture.

Gli incidenti sono stati ricostruiti anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche: l’attività investigativa ha evidenziato il singolare coinvolgimento degli stessi soggetti, spesso imparentati fra loro, e delle stesse autovetture, nonché la ripetitività degli incidenti in brevi lassi temporali. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione per delinquere e truffa. I quattro tronconi finiti a giudizio sono nati da un’unica inchiesta per un totale di quasi 200 imputati. Vi sono coinvolti carrozzieri, medici e anche tre avvocati.

Nel corso della requisitoria di ieri il pm ha ricostruito i passaggi fondamentali del lavoro degli investigatori iniziato a seguito di alcune denunce querele presentate tra il 2008 e il 2009 dalla compagnia Allianz.
A conclusione delle indagini sono stati individuati diversi gruppi di soggetti, autonomi fra loro, tutti dediti a quanto pare all’organizzazione “a tavolino” di falsi incidenti stradali.
Il focus sul gruppo facente capo a Ostuni prende invece avvio da una conversazione intercettata nell’ambito di un’altra indagine. Il nucleo a lui legato, ha sottolineato il pubblico ministero, composto da amici e parenti, avrebbe pianificato 14 sinistri stradali, 12 dei quali con la Hyundai Getz.

In particolare 10 sarebbero gli incidenti, anomali a tal punto da essere ritenuti frutto di immaginazione, che risultano essersi verificati nell’arco di soli sei mesi, dal marzo 2009 al settembre 2009. Gli altri 4 nell’arco di quattro mesi, dall’aprile 2010 al luglio 2010. Uno dei “crash” sarebbe inoltre avvenuto due giorni dopo l’attivazione della polizza assicurativa. L’ultimo cinque giorni prima della scadenza della stessa. Tanto basta insomma all’accusa per ritenere che si sia raggiunta la prova della colpevolezza dei 33 imputati, per la procura che ha coordinato le indagini della guardia di finanza. Supportata per altro dalla mole di documentazione, certificati e simili, trovata in possesso della famiglia Ostuni, nella propria abitazione. Ha sottolineato, poi, De Nozza come solo tre degli imputati abbiano deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere per fornire quindi la propria versione dei fatti, circostanza che per il pm ha un suo peso specifico da tenere in considerazione, così come rappresentato al collegio giudicante (presidente Cucchiara, a latere Colombo e Testi).
Nell’udienza di ieri hanno anche discusso le parti civili e i primi difensori degli imputati. La sentenza è attesa per la metà di ottobre





 
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