Versalis, scoppio e fiamme: sigilli all’impianto Pe 1/2 del petrolchimico

Versalis, scoppio e fiamme: sigilli all’impianto Pe 1/2 del petrolchimico
di ​Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 19:09

Sigilli all’impianto di pressurizzazione Pe 1/2 del petrolchimico Versalis-Eni della zona industriale di Brindisi. Il pubblico ministero del pool reati contro l’ambiente e la pubblica amministrazione della Procura di Brindisi, Francesco Carluccio, ha disposto il sequestro probatorio allo scopo di tenere cristallizzato lo stato dei luoghi per consentire agli esperti di stabilire le cause dell’incidente di lunedì mattina con lo scoppio e l’incendio che hanno riportato alla memoria la tragedia della mezzanotte e mezzo dell’8 dicembre 1977, quando Brindisi venne svegliata dall’esplosione dell’impianto denominato “2T del petrolchimico, che causò la morte di tre operai ed il ferimento di 52 persone.


Lo stop al Pe 1/2 è stato disposto nell’inchiesta al momento contro ignoti, che si pone l’obiettivo di capire se quell’incidente abbia avuto risvolti sul piano penale ed in particolare se sia stato consumata o meno l’ipotesi di reato di incendio o disastro colposo. Se ne stanno occupando i vigili del fuoco del nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, radiologico) con funzione di polizia giudiziaria e i tecnici dell’Arpa. Se i primi rilievi di questi ultimi sono giunti alla conclusione della diffusione dei fumi dell’incendio contenuta al punto da non comportare danni alla salute della cittadinanza, proseguono gli accertamenti dei vigili del fuoco per venire a capo delle cause dell’incidente. Ossia cosa non abbia funzionato nell’impianto del Pe 1/2 per innescare l’incendio e l’esplosione.
Fa parte di questo accertamento anche la verifica sul funzionamento dei protocolli di sicurezza a tutela dei dipendenti, della cittadinanza e dell’impianto stesso. Intanto sul funzionamento dei sistemi di sicurezza c’è il plauso di Franco Gentile, presidente della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) e del sindacato Cisal Chimici.
Valutazioni che esulano dagli accertamenti dell’inchiesta penale, certo è che l’intervento dei vigili del fuoco con la squadra del petrolchimico e quelle arrivate dal comando provinciale ha consentito di intervenire subito per contenere i danni e per raffreddare le strutture portanti.

In monitoraggio della pressione degli impianti ha reso necessario l’accensione della torcia di Torre Cavallo, dispositivo di sicurezza che entra in funzione in presenza del blocco dell’impianto di cracking.


Fermo restando lo scopo esplorativo dell’inchiesta penale, il fascicolo è stato aperto dalla Procura dopo il deposito della prima informativa dei vigili del fuoco del nucleo Nbcr e tenendo conto anche che Versalis-Eni è uno dei sei impianti della zona di industriale di Brindisi ad alto rischio di incidente rilevante. Da qui la richiesta di chiarimenti delle associazioni Italia Nostra, Legambiente, Wwf Brindisi, Medicina Democratica, Acli Provinciali Brindisi, fondazione Tonino di Giulio, Medici per l’Ambiente, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Salute Pubblica, No al Carbone, Puliamoilmare Brindisi, Vogatori Remuri Brindisi e Anpi Brindisi: hanno chiesto alla prefetta Michela La Iacona e al sindaco Giuseppe Marchionna di essere messi al corrente da a Versalis sulle cause dell’incidente e di conoscere se cosa sia stato diffuso nell’ambiente. Inoltre è stata ricordato come lo scoppio di lunedì abbia nuovamente portato alla luce «la situazione estremamente delicata esistente a Brindisi» e che Versalis si adegui alla prescrizioni Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) sulla adozione della rete di monitoraggio. 


Infine si chiede l’aggiornamento del piano di sicurezza per verificare i rischi corsi anche da altri impianti quando si innesca un incidente come quello di lunedì.
Sono aspetti, questi ultimi, riguardanti le competenze del ministero dell’Ambiente, la stessa azienda e l’interesse chi amministra la città. L’inchiesta penale intanto va per la sua strada, il pm Carluccio nei prossimi giorni valuterà se sia opportuno o meno affidare una consulenza ad un pool di esperti per risalire alle cause dell’esplosione. Che arriverà dal nucleo Nbcr o dai consulenti esterni, il parere vincolerà il mantenimento o meno del sequestro dell’impianto Pe 1/2.
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