Predissesto, buco da 55 milioni: «Vent'anni per ripianarlo, basta entrate fittizie»

Predissesto, buco da 55 milioni: «Vent'anni per ripianarlo, basta entrate fittizie»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Venerdì 3 Gennaio 2020, 20:27
Evitare il dissesto del Comune di Brindisi e, di conseguenza, i tagli drastici su tutte le spese non obbligatorie per legge. Ecco perché l’amministrazione comunale, alla luce dello squilibrio strutturale dei conti del municipio, ha deciso per la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. A rivendicare la decisione, ieri, è stato il sindaco Riccardo Rossi, il quale ha riferito sugli ultimi aggiornamento riguardo allo stato dei conti e sui dettagli del piano di riequilibrio che sarà portato in consiglio comunale giovedì prossimo. Il debito complessivo del Comune ammonta a 55 milioni di euro e sarà ripianato in vent’anni.



Inizialmente, quando è stato dato il via alla procedura, si era stimato uno squilibrio di 25 milioni, da risanare in dieci anni. La somma è stata quantificata grazie al riaccertamento dei residui attivi e passivi (vale a dire crediti e debiti dell’ente), al quale è stato sommato il disavanzo di bilancio dello scorso anno, i debiti fuori bilancio ed un fondo rischi contenzioso da 30 milioni di euro. «Sulla massa debitoria - ha spiegato il sindaco - c’è stata un scelta. Era, infatti, di circa 28-30 milioni di euro, ma abbiamo scelto di coprire anche il possibile contenzioso». Tutto questo per evitare di ritrovarsi ad affrontare enormi spese impreviste capaci di vanificare tutto il piano e, di conseguenza, condannare Brindisi al dissesto. Sulla base di questa somma, il Comune dovrà prevedere in bilancio ogni anno, per i prossimi vent’anni, un’uscita di 2 milioni e 750mila euro. Ma questa è solo la prima fase del piano. Poi, bisognerà affrontare i bilanci successivi, anno dopo anno, a partire da quello del 2020. Nel quale, oltre ai 2,75 milioni del riequilibrio, i dirigenti prevedono entrate per 96,9 milioni di euro ed uscite per 106,1, che comprendono anche un fondo crediti di dubbia esigibilità da 11,1 milioni, ammortamento mutui per 3 milioni e 470mila euro per uno squilibrio - già in partenza - di 15,3 milioni.

«Il cuore del problema - spiega Rossi - è proprio in quel fondo crediti di dubbia esigibilità. Quella cifra, infatti, rappresenta l’incapacità del Comune di riscuotere quanto dovuto in termini di tasse come Imu e Tasi, di sanzioni per violazioni al Codice della strada, fitti dovuti per alloggi di edilizia residenziale pubblica. Tutto quello che dovrebbe entrare ma non viene incassato ha generato una massa debitoria, negli anni, di oltre 70 milioni di euro, sui quali la norma prevede un meccanismo particolarmente complesso dal quale vengono fuori questi 11 milioni in un anno da bloccare. Ed è stata proprio questa la principale obiezione mossa dalla Corte dei conti quando sono stato ascoltato, pochi giorni dopo il mio insediamento: cosa volete fare per recuperare ciò che vi è dovuto?».

Disavanzo da 25 milioni di euro: il Comune annuncia il pre-dissesto

Spesso, ha spiegato il primo cittadino, oltre all’incapacità cronica di incassare le entrate previste c’era un altro problema. «Venivano utilizzati aumenti di competenza - accusa - per far quadrare il bilancio. Si prevedevano, per esempio, 12 milioni di euro di Imu? Quei 12 milioni diventavano 15 per coprire le spese del bilancio. Di chi è la responsabilità? A mio avviso, al di là della singola persona, le responsabilità sono politiche: la norma è stata introdotta qualche anno fa e diceva chiaramente dove saremmo finiti continuando ad inserire in bilancio ciò che non eravamo in grado di riscuotere. Ecco qual è stata la responsabilità: ignorare la norma, non prendere provvedimenti anno per anno, razionalizzando la spesa. Cosa che avrebbe consentito un adeguamento meno traumatico alle nuove regole. Una cosa che ho spesso contestato, da consigliere di opposizione, perché da quando è entrata in vigore la norma, si è andati negli ultimi cinque anni in direzione esattamente contraria».

In questi ultimi cinque anni, tuttavia, non ci sono state solo amministrazioni politiche. Anzi, nel lustro che ha preceduto l’amministrazione Rossi, ci sono state ben due esperienze di commissariamento, dunque non solo responsabilità politiche. «Ci sono state - ammette infatti lo stesso assessore al Bilancio Cristiano D’Errico - anche responsabilità amministrative».
Oggi, però, bisogna pensare al futuro di Brindisi e dunque a rimettere in sesto i conti. «Ci siamo presentati - rivendica il sindaco - dicendo che avremmo cambiato la storia. E la storia si cambia assumendosi la responsabilità anche di scelte impopolari. Che, lo sappiamo bene, non pagano politicamente perché ci stiamo assumendo la responsabilità dei sacrifici e invece chi verrà dopo di noi troverà un bilancio risanato. Ma del resto, cosa dovremmo fare? Ignorare la realtà? Ignorare il fatto che, probabilmente, non si è voluto riscuotere quanto dovuto perché è impopolare? Dovremmo continuare a inserire in bilancio entrate fittizie?».
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