Spari contro capogruppo Pd: tre arresti. L'ex moglie il mandante. «30mila euro per il sicario»

Spari contro capogruppo Pd: tre arresti. L'ex moglie il mandante. «30mila euro per il sicario»
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Venerdì 7 Agosto 2015, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 20:28
Tre persone sono state arrestate dalla polizia perché ritenute coinvolte nell'agguato fallito al capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Barletta, Pasquale Ventura, avvenuto il 20 gennaio scorso. Tra loro l'ex moglie del politico che sarebbe il mandante. Gli altri sono l'esecutore materiale e un fiancheggiatore. L'agguato avvenne mentre Ventura usciva dal portone della casa di sua figlia: due motociclisti gli spararono contro alcuni colpi di pistola mancandolo.



Gli arresti sono stati eseguiti sulla base di ordinanze di custodia cautelare del gip di Trani richiesti dalla procura che ha coordinato le indagini. Il movente politico era stata escluso già nelle prime fasi dell'indagine dagli investigatori che in breve si erano indirizzati verso una pista di tipo familiare. Il 27 febbraio scorso erano state sottoposte a fermo altre due persone ritenute coinvolte nell'agguato, un italiano Francesco Sibilano, di 28 anni, e un albanese Igli Kamberi, di 29, accusati di tentativo di omicidio. Fondamentali per le indagini sono stati i filmati delle telecamere di sicurezza della zona che hanno ripreso gli spostamenti in motocicletta dei killer prima e dopo l'agguato.



L'ex moglie di Ventura, Concetta Dimatteo, 40 anni, aveva assoldato il killer per un compenso di 30.000 euro, da pagare dopo il compimento dell'omicidio. La donna, secondo gli investigatori sarebbe stata spinta da gelosia e interessi legati a questioni ereditarie.



L'indagine della polizia sull'agguato ai danni del capogruppo Pd al consiglio comunale di Barletta Pasquale Ventura, sfociata oggi nell'arresto di tre persone, è «un importante contributo non solo alla affermazione della giustizia ma anche alla chiarezza politica». Lo dichiara in una nota il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella. «Nell'esprimere il sentito apprezzamento agli investigatori e agli inquirenti per essere venuti rapidamente a capo di un caso che ha suscitato clamore e apprensione nella nostra comunità - aggiunge il primo cittadino - è doveroso rilevare che, per quanto incresciosi possano apparire i risvolti sul piano della privacy famigliare, che meritano rispetto umano, si è così sgomberato il campo da ogni interferenza con la politica, restituendo trasparenza e serenita' al confronto pubblico di cui la citta' ha sempre piu' bisogno».
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