Torture in carcere: detenuti presi a calci e schiaffi. Tre agenti ai domiciliari, sei assistenti sospesi, 15 indagati

Torture in carcere: detenuti presi a calci e schiaffi. Tre agenti ai domiciliari, sei assistenti sospesi, 15 indagati
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 20:14

Alle prime ore dell'alba personale della Sezione polizia giudiziaria, aliquota dei carabinieri della procura della Repubblica presso Tribunale di Bari, ha dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa il 4 novembre scorso dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della procura nei confronti di tre appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria in servizio nella locale casa circondariale, accusati di tortura in concorso.

Sospesi altri sei agenti

In esecuzione della stessa ordinanza è stata altresì anche eseguita la «sospensione temporanea» dall'ufficio di appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria nei confronti di sei assistenti, a tre dei quali è stato contestato il reato di tortura in concorso.

L'indagine, che vede nel complesso 15 indagati, è stata avviata dopo una segnalazione della Direzione e del Comando della Polizia Penitenziaria di Bari su un evento del 27 aprile scorso. Secondo l'accusa, il personale destinatario delle misure, «in servizio presso le diverse sezioni del carcere, conseguentemente ad un intervento in una cella di detenzione, infieriva, con plurime condotte violente nell'arco temporale di circa quattro minuti, nei confronti di un 41enne detenuto».

I nomi

Sono Domenico Coppi, 58 anni, Giacomo Delia e Raffaele Finestrone entrambi di 57 anni, i tre agenti della Polizia Penitenziaria di Bari per i quali il Gip del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con le accuse di «tortura in concorso» ai danni di un detenuto di 41 anni.

Gli agenti sospesi dal servizio per 12 mesi sono Antonio Rosati, 55 anni, e Giovanni Spinelli, 41 anni. Sospensione per otto mesi disposta per Francesco Ventafridda 53 anni, Michele De Lido 31 anni, Leonardo Ginefra 48 anni, e Vito Sante Orlando 54 anni.

Cosa è emerso dalle indagini

Secondo quanto riferiscono i carabinieri, il personale della polizia penitenziaria, nel trasferire il detenuto nella medicheria della struttura, avrebbe posto in atto «atti di violenza» consistiti in particolare, «da parte di alcuni, nello sferrare calci e schiaffi e, da parte di altri, nel trattenere il detenuto 'bloccato' sul pavimento sul quale era riverso, con la partecipazione omissiva di altri agenti che presenziavano agli atti di violenza senza impedirli». Inoltre, secondo l'accusa, non è stata segnalata «nessuna lesione sul detenuto», poi ricoverato nell'infermeria della struttura di detenzione immediatamente dopo. «Nel corso dell'intera indagine è stata costante la collaborazione offerta da parte della Direzione dell'Istituto di pena e del Comando della Polizia Penitenziaria», sottolineano i carabinieri ribadendo che «il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all'esecuzione della misura odierna, seguirà l'interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti».

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